Che i tiranni lascino mal volentieri il potere è cosa ben risaputa ma quanto sta avvenendo in Libia è qualcosa di terrificante che supera l’iimaginazione. La rezione del colonnello Gheddaffi ha superato di gran lunga quella degli altri despoti della regione, Mubarak e Ben Alì. Il regime libico, infatti, non si è limitato a mandare contro i manifestanti una polizia brutale come è avvenuto in Tunisia ed Egitto ma ha ordinato a veri e propri mercenari stranieri di sparare sulla folla. Gli oppositori del colonnello corrotto e razzista sono stati colpiti da colpi di mortaio, da scariche di mitragliatrici da veri e propri bombardamenti avvenuti da aerei ed elicotteri. Il volto più brutale dello stato, quello terrorista, si è manifestato al mondo intero. Gheddaffi da anni gode dell’appoggio del governo Italiano che lo ha riabilitato agli occhi del mondo. Il ministro degli esteri Franco frattini e il rais di casa nostra Silvio Berlusconi, in più di un’occasione hanno pateticamente elogiato il “nuovo corso” di Gheddaffi. I capitalisti italiani, Eni in testa, hanno fatto affari con questo signore e i suoi clan. Gheddaffi però non è solo un uomo dal passato oscuro, un uomo d’affari senza scrupoli è il cane da guardia della Fortezza Europa nel Mediterraneo. Nei deserti libici migliaia e migliaia di Africani sono morti di stenti o uccisi torturati dagli sgherri del colonnello libico per impedire che questi migranti raggiungessero l’Europa come più volte richiesto dai ministri Roberto Maroni e Franco Frattini. La crudeltà e la ferocia che il regime libico ha usato contro gli africani oggi la usa contro il suo stesso popolo. Si tratta di crimini contro l’umanità che meritano una condanna netta e non le parole balbettate di un governo quello italiano che ha venduto armi alla Libia e che è stato complice in tutto e per tutto di molte delle gesta criminali di Gheddaffi. Non dimentichiamo quante volte le navi libiche hanno sparato sui barconi carichi di migranti. Fino a poche ore fa Franco Frattini, il peggiore ministro degli esteri che la Repubblica iItaliana abbia mai avuto, auspicava una riconciliazione tra le parti. Di quali parti vada parlando non lo capiamo. Da una parte c’è un popolo stufo di 42 anni di violenze e sopprusi dall’altra una casta di privilegiati e impuniti che sostiene un feroce dittatore. Il servo sciocco, Emilio Fede, che conduce l’illegale TG4, illegale stando alle sentenze europee, è arrivato a dire: “Gheddaffi riuscirà a fermare i rivoltosi e a tenere in mano la situazione, ce la farà”. Le simpatie del viscido Emilio Fede per il colonnello libico, forse non sono dovute solo al fatto che i due hanno stili di vita simili ma piuttosto al fatto che l’economia italiana è legata a doppio filo con il tiranno di Tripoli. Tantissimi sono i trattati che i due paesi hanno firmato su petrolio, GAS, armi, immigrati e tanto altro ancora. Di fronte alle prese di distanze, tardive, degli altri paesei europei il governo italiano ha continuato a balbettare.
“Noi vogliamo sostenere il processo democratico – ha affermato il titolare della Farnesina – ma non dobbiamo dire ‘questo è il nostro modello europeo, prendetelo’. Non sarebbe rispettoso dell’indipendenza del popolo, della sua ownership”. Questa dichiarazione puzza di opportunismo e ipocrisia. Perchè tali preoccupazioni, il governo italiano, non le aveva quando partecipava alla guerre d’aggressione contro Afghanistan e Iraq. Allora si diceva in modo banale che: “si andava ad esportare la democrazia”. Oggi, infatti, Iraq e Afghanistan sono esempi di alta democrazia? Verrebbe da riderci sopra se non si ci fosse la tragedia di un’umanità violentata dalle logiche più perverse del potere politico, economico e militare. A fare dell’ironia, e forse non troppa, ci ha pensato un giornale “bolscevico” come il New York Times che ha scritto sulle sue pagine:”Andare con giovani marocchine è il contributo italiano alla Rivoluzione araba.” L’Italia paese con la testa in Europa e il sedere in Medio Orienta è stata totalmente incapace di comprendere cosa accadeva. Ancora una volta la classe dirigente italiana ha preso parte al sacco di risorse. Le masse arabe sanno bene quali sono le responsabilità dell’Europa e dell’Italia nelle vicende dei loro paesi. Cosi mentre in Egitto escono canzoni che prendono in giro il Rais italiano per le arci note vicende del “Bunga Bunga”, A Tripoli i manifestanti gridano: “A morte Gheddaffi a morte Berlusconi” e a Malta dove molti libici si sono rifugiati c’è stata una contestazione davanti all’ambasciata italiana. E’ evidente che tutti hanno ancora negli occhi le immagini di Berlusconi che bacia le mani a Gheddaffi.
Di fronte a questo genocidio solo i complici e i vigliacchi possono rimanere in silenzio. Esprimiamo totale solidarietà alle masse arabe in lotta. Il modo più concreto di aiutarle è fare come loro e cacciare Berlusconi, Frattini, Maroni e gli altri squallidi personaggi che ci governano. Mandiamoli tutti via costruendo una grande mobilitazione di massa.
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