David Cameron non è né Winston Churchill, né Margaret Thatcher, né Tony Blair; quindi non c’è da meravigliarsi più di tanto se una giovane cameriera toscana non abbia riconosciuto il primo ministro inglese in vacanza nella nostra regione. Ci dovrebbe meravigliare assai di più che una simile notizia sia rimbalzata sia sui giornali italiani che sui tabloid inglesi, arrivando a regalare alla giovane cameriera 24 – 48 ore di notorietà. In tutto l’occidente siamo ormai di fronte ad un’informazione gravemente malata. Un’informazione che, mentre David Cameron è costretto ad interrompere le proprie vacanze in Toscana per rientrare in una Londra in preda alle fiamme, si appresta a descrivere la rivolta della capitale inglese come totalmente sganciata dalla politica e legata a fenomeni di banale criminalità. E’ chiaro che questi servi dell’informazione hanno tutto l’interesse ad omettere il quadro sociale e politico in cui i giovani inglesi sono costretti a vivere a causa della crisi economica e delle scelte impopolari del governo conservatore. L’abuso delle forze di polizia che hanno ucciso un giovane di colore è stata solo la scintilla che ha fatto riaccendere un fuoco che covava da tempo sotto la cenere. Nessuno dimentica la forte protesta degli studenti inglesi, lo scorso autunno, che culminò in incidenti nella city di Londra e in un attacco all’auto del principe Carlo. Quelli episodi attraversarono lo stretto della Manica. Molti giovani in Italia, alla vigiglia di quel 14 dicembre che culminò con un assedio ai palazzi del potere romano, dicevano: “Non possiamo essere da meno dei compagni inglesi.” La crisi economica e il mal contento diffuso tra le giovani generazioni che si sentono sempre più derubate del proprio futuro sono alla causa di riot, che si diffonderanno con sempre più frequenza nelle metropoli del senile capitalismo europeo. Non leggere questo come un dato politico può voler dire solo due cose o essere dagli analfabeti politici o essere dei mistificatori, che svolgono il ruolo del pompiere per conto di chi comanda e opprime i popoli d’Europa. “People of Europe, Rise Up” stava scritto su di uno striscione appeso al Partenone d’Atene ma ad insorgere, per prima, sono stati i fratelli arabi che tocchi adesso, finalmente, all’Europa? Cosi come nelle rivolte del mondo arabo anche negli scontri delle notti londinesi un ruolo centrale sembra svolgerlo la rete e i social network. Le nuove tecnologie sembrano svolgere un ruolo determinante nello sprigionare e diffondere conflittualità sociale. Quanto sta avvenendo a Londra e anche in altre città inglesi, visto che la protesta sta dilagando, non ha niente a che fare con una rivoluzione sociale. E’, tuttavia, il segnale di cronicizzazione di un malessere sociale che abbraccia le periferie delle metropoli capitaliste. Mentre i governi Inglesi e Francesi portano la guerra in Afghanistan, Iraq, Libia, ecc., senza riuscire neppure a vincerle, all’interno dei loro stati ampie fasce di proletari e sottoproletari indigeni e immigrati iniziano a ribellarsi. Sono scene che abbiamo già visto con le banlieue parigine in fiamme e in forma diversa con le rivolte di Rosarno e fuori dai CIE in Italia. C’è un filo rosso che unisce tutte queste rivolte ed è il filo di chi non accetta più che il capitale sia padrone della propria vita. Accogliamo la rivolta di Londra, rigettando l’ipocrisia della sinistra moderata e riformista che giudica nel giusto chi si ribella in Siria e Libia e giudica teppista, o peggio ancora terrorista, chi lo fa ad Atene, Genova, Parigi, Londra. Questo usare due pesi e due misure è funzionale a chi lavora per costruire l’alternanza del centrosinistra al centrodestra ma non per chi vuole invece costruire un’alternativa di società. Salutiamo queste rivolte e prendiamo atto positivamente che sono conto il potere costituito cosi come prendiamo atto, meno positivamente, che sono prive di direzione e strategia e che rischiano di essere soffocate da una violenta repressione. Per noi nella rivolta di Londra ci sono molti elementi di classe, di una classe diversa da come eravamo abituati a conoscerla, ma sempre di una classe antagonista al potere esistente per ciò la lettura che diamo è una lettura pienamente politica e per niente moralista. Le fiamme che oggi bruciano a Londra fanno tremare l’Europa che sa che è solo questione di tempo perché questi scenari tornino a materializzarsi da altre parti del vecchio continente.
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