Almeno10.000 persone sono scese in piazza nel terzo anniversario della strage di Viareggio per ricordare le 32 vittime innocenti ma soprattutto per chiedere verità e giustizia per un delitto che attende ancora che i colpevoli paghino.
Il corteo è partito dalla stazione alle 21 in testa ci sono i famigliari delle vittime con le foto dei loro cari uccisi quella maledetta notte d’estate di tre anni fa. Ci sono tanti ferrovieri, da sempre in prima linea per la sicurezza di lavoratori e utenti, come Dante De Angelis e Riccardo Antonini. C’è l’assemblea 29 giugno che ricorda come quella strage non sia stata frutto di fatalità ma di scelte scellerate di chi amministra le ferrovie. Ci sono i comitati di altri stragi: come quelli del traghetto della Moby Prince che costò la vita a 140 persone vent’anni fa a Livorno e che ancora aspettano giustizia, ci sono i famigliari delle vittime della casa dello studente dell’Aquila, ci sono i lavoratori della thyssenkrupp di Torino, ci sono tanti studenti qualcuno con la bandiera No TAV, c’è la rete ambientale contro i rifiuti, c’è il coordinamento anticapitalista versiliese che sfila dietro lo striscione: “Strage e profitti portano la firma di Moretti”. Proprio poche ore prima è giunta la notizia che un compagno del coordinamento anticapitalista è stato denunciato per un blocco stradale avvenuto il 1 marzo a Viareggio in solidarietà con la lotta dei No TAV. La giustizia è solerte nel colpire chi manifesta contro scempi e oscenità come le cosiddette “grandi opere” e lascia impuniti i responsabili di gravi crimini come quello della strage di Viareggio.
Dopo tre anni la ferita è ancora aperta e la città lo mostra applaudendo ogni volta che un treno passa e fischia in segno di rispetto e solidarietà per le vittime. Il corteo finisce alla casetta dei ricordi dove, in un clima di grande commozione, vengono letti i nomi delle persone che non ci sono più. La giornata finisce qui ma la lotta per avere verità, giustizia e sicurezza.
Dada Viruz Project