Strage di Viareggio: 32 le richieste di rinvio a giudizio


Finalmente le indagini preliminari sulla strage di Viareggio sono terminate, con la richiesta di rinvio a giudizio per 32 persone. I reati per cui la procura ha indagato sono disastro ferroviario colposo, incendio colposo, omicidio e lesioni colpose plurime. Adesso si attende che il giudice fissi la data per l’udienza preliminare che dovrà decidere se rinviare o meno a giudizio queste persone. Ci auguriamo che i tempi non siano lunghi e che nessuno degli indagati riesca ad evitare il dibattimento processuale. La necessità che si faccia luce fino in fondo passa da un processo meticoloso. Nella strage del 29 giugno 2009 morirono 32 persone, alcune anche dopo giorni e giorni di sofferenza. Tra gli indagati vi sono dirigenti di molte società e soprattutto c’è quel discusso, Mauro Moretti, amministratore delegato delle ferrovie. Proprio dalle ferrovie arriva la prima risposta stizzita. Si tratta di una polemica pretestuosa contro la procura di Lucca, accusata di avere fatto trapelare la notizia della richiesta di rinvio. Crediamo che ancora una volta l’arroganza, la presunzione e la supponenza dei dirigenti delle ferrovie sia palese. Questo è un processo pubblico in cui l’opinione pubblica deve essere informata nei minimi dettagli.
Niente è dato per scontato anche perché sul banco degli imputati potrebbero sedere personaggi importanti che dispongono di notevole risorse per difendersi. Se siamo giunti a questo importante punto, nonostante la strada sia ancora lunga, il merito è dei famigliari delle vittime riunite attorno all’associazione “il mondo che vorrei”, presieduto da Daniela Rombi, e dell’assemblea 29 giugno formata in larga parte da ferrovieri come Riccardo Antonini licenziato proprio da Mauro Moretti perché perito di parte in questo procedimento penale.
Abbiamo ripetuto mille volte e continueremo a farlo che la strage di Viareggio non è frutto di fatalità bensì di negligenza e scelte politiche economiche sbagliate. Le Ferrovie da anni privatizzano, smantellano, riducono il personale, tagliano sulla manutenzione e la sicurezza giustificandosi con il fatto che non ci sono soldi. Tranne poi essere smentiti quando sperperano ingenti quantità di denaro pubblico in opere dannose come la TAV.

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