Si avvia a conclusione una delle campagne elettorali meno entusiamanti della storia di Viareggio. Tredici candidati alla poltrona di primo cittadino, ventuno liste elettorali e quattrocentosettantotto candidati al consiglio comunale ma le differenze sembrano scomparire in una babele di luoghi comuni e di ricerca di un consenso fatto di banalità e ovvietà. Ad ascoltare i candidati sembra che i problemi di Viareggio siano le erbacce alte nelle aiuole o le buchette per strada. Il dramma della crisi sembra essere stato rimosso dall’agenda politica. Se non fosse stato per l’occupazione del Colombo, che ha avuto il merito di dare voce ai senzacasa, e la contestazione al nazista Borghezio questa campagna elettorale sarebbe stata di un monotono senza precedenti. Il proliferare di liste civiche non sembra aver dato pepe alla battaglia elettorale. Molte di queste liste sanno di non avere chance e si preparano solo a trattare qualche posto in vista del secondo turno. Il centrosinistra candida Leonardo Betti. Betti è sicuramente il favorito ma è sostenuto da partiti in estinzione come l’Italia dei Valori o la Federazione della Sinistra, che ha perso un intero circolo quello del Caracol, o partiti fantasma ripescati addirittura dalla prima repubblica come il PSI e il PSDI. Betti dovrà quindi contare essenzialmente sui voti del suo partito, un PD in crisi anche a Viareggio. A dare Forza a Betti ci sarà anche una lista civica, Viva Viareggio Viva, che guarda al mondo giovanile ma che sembra nascondere dietro interessi di commercianti e imprenditori. In questa coalizione c’è anche SEL. Il partito di Vendola sembra godere di qualche consenso in più rispetto alla Federazione della Sinistra non fosse altro per la scelta di avere dato spazio nelle sue lista a giovani, indipendenti e avere mantenuto un rapporto con i movimenti e le associazioni. Una parte della sinistra più radicale si turerà il naso e voterà per SEL ma non è detto che questo porti automaticamente voti a Leonardo Betti perché nelle comunali esiste il voto disgiunto e il doppio turno. Del resto proprio Valter Ghiselli, della lista Insieme per cambiare, ha fatto una campagna elettorale onesta e trasparente mostrando sensibilità su diverse tematiche che stanno a cuore ai movimenti. Gli altri candidati non appartengono minimamente alla tradizione della sinistra. C’è Max Bertoni per il M5S che nonostante la sua indiscussa onestà e la sua altrettanto indiscussa passione ci appare inadeguato a guidare un reale cambiamento in questa città. Il centrodestra candida, Antonio Cima, un vecchio democristiano che già ha amministrato in passato con giunte di pentapartito. La coalizione che sostiene Cima ha l’arduo compito di far dimenticare i danni prodotti dalla amministrazione Lunardini, Pastechi, Fantoni e soci. I partiti a sostegno di Cima oltre al solito PDL, sono Fratelli d’Italia e la Lega Nord che ha cercato la provocazione con il nazista Borghezio, recentemente espulso dal parlamento europeo. Un altro candidato che potrebbe avere qualche chance è Massimiliano Baldini della lista Movimenti Cittadini sicuramente porterà via voti al centrodestra. Nell’ambito del centrodestra pescano anche Eugenio Vassalle di Viva l’Italia per Viareggio e Paolo Spadaccini di Viareggio Popolare. A Viareggio a marcare i confini dell’estrema destra non ci sono gruppi neofascisti, fortunatamente inesistenti sul territorio, ma ci sono gli integralisti cattolici che candidano Michele Di Santo sostenuto da una lista apertamente reazionaria come quella denominata Libertà e Moralità Cristiana. Equivoco è l’atteggiamento di Serena Fambrini di Movimento Nuovo Mondo che se da una parte esprime solidarietà agli occupanti del Colombo dall’altra si scaglia contro i rom a Torre del Lago. C’è poi una lista tutta torrellaghese che sostiene Alberto Pardini. Ci sono poi i montiani con Scelta Civica che candidano Andrea Parenti ma che sembra non riscuotere un grande appeal e c’è la bizzarra Maria Rossella Martina con la lista Viareggio tornerà bellissima. Martina ha fatto una buona campagna mediatica ma alla fine svanito il fumo crediamo che di arrosto ce ne sia ben poco. Infine a sostegno di Franco Giorgetti ci sono due liste civiche: Per un futuro possibile Idea Viareggio. Con tutto questo proliferare di candidati la dispersione del voto sarà inevitabile. Dovremo attendere quindi ancora quindici giorni per sapere di quale morte morirà Viareggio.
Seguiremo la campagna elettorale e i risultati che usciranno dalle urne con molta attenzione ma poco entusiasmo. Nonostante il tentativo dei candidati di somigliarsi ce ne sono alcuni che sono più uguali. Cima, Spadaccini, Parenti e Di Santo sono invotabili. Rossella Martina dopo l’atteggiamento di intransigenza sul Colombo si può tranquillamente aggiungere a questa lista. Se dovessimo recarsi alle urne in questo primo turno, cosa che non è obbligatoria, forse daremmo un voto disgiunto votando qualche candidato di SEL ma mettendo la croce di sindaco su Valter Ghiselli.
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