Cosa sia divenuta la CGIL lo sappiamo e ce lo diciamo da anni. Il trionfo della burocrazia e l’opportunismo politico di funzionari che pensano solo alle loro poltrone è palese da tempo. La concertazione al posto della lotta di classe negli anni ’90, fu una scelta strategica folle da far indignare non i rivoluzionari ma ogni sincero riformista, è poca roba rispetto ai tavoli dove ormai il sindacato della Camusso si siede per ratificare accordi sulla pelle dei lavoratori.
Quindi qualsiasi cosa emerga da questo sindacato, ormai, non ci sorprende più. Tuttavia, pensavamo che avessero ancora un minimo di dignità, un minimo di rispetto per un lavoratore licenziato perché da anni si batte per la sicurezza in ferrovia. Un minimo di solidarietà per le famiglie della strage di Viareggio che attendono giustizia per la perdita di 32 persone innocenti. Ma così non è stato.
Non sappiamo se a prevalere è stata l’arroganza di chi in CGIL ha ucciso da anni la democrazia o se il ricordo che Mauro Moretti era uno di loro. Si perché è bene ricordare che l’imputato principale nella strage di Viareggio, l’attuale amministratore delegato delle ferrovie è stato un iscritto a quel sindacato.
La vicenda ha provocato una serie di polemiche, di giustificazioni e di distingui. Il burocratese è una lingua brutta da ascoltare ma i signori, compagni per non sono, della CGIL hanno iniziato a parlarla forse per cercare di salvare una faccia che ormai hanno perso e difficilmente ritroveranno, visto che in tanti hanno annunciato di strappare la tessera. Nei prossimi giorni ci saranno ancora rimpalli di accuse e fiumi di discorsi ma il fatto che conta più di qualsiasi opinione è che la mozione intitolata “Per la sicurezza in ferrovia, per le dimissioni di Moretti da Ad delle ferrovie” presentata al congresso provinciale di Lucca ha ottenuto 49 voti a favore, 76 contrari e 19 astenuti e quindi è stata respinta. Il resto sono opinioni questo, invece, è un fatto. La CGIL difende Mauro Moretti come del resto, da sempre, fa il PD principale azionista di questo sindacato.
I lavoratori devono comprendere, che nel 2014, i sindacati confederali sono nelle mani dei padroni e che l’unica vera strada è l’autorganizzazione e la lotta dal basso.