Sappiamo benissimo come nel nostro paese l’informazione sia faziosa e servile e di come ometta le voci del dissenso. Sappiamo, anche, che certi giornalisti fanno a gara a criminalizzare i movimenti sociali e tentano di addomesticare l’opinione pubblica nell’interesse di un sistema che vive di arroganza e privilegio.
Si supera il segno, tuttavia, quando si arriva all’insulto o alla calunnia personale come ha fatto il direttore della Gazzetta di Viareggio verso una compagna viareggina, colpevole di avere partecipato alla contestazione del razzista Mario Borghezio. L’esponente leghista era venuto a propagandare il suo razzismo nella pineta di Viareggio nella primavera del 2013 e aveva trovato ad accoglierlo una contestazione antirazzista.
La compagna ha visto pubblicare la sua foto accompagnata dall’epiteto pazza sul sito della Gazzetta di Viareggio.
Si è trattato di un attacco volgare verso una persona che svolge un lavoro al pubblico e che ha, quindi, deciso di querelare il direttore della Gazzetta di Viareggio, non per una ripicca ma, per difendere la propria dignità personale e la dignità di un movimento antirazzista e antifascista stufo di farsi insultare da moralisti e moralizzatori già più volte richiamati dall’ordine dei giornalisti.
Sosteniamo, oggi, questa causa con la consapevolezza che una corretta informazione può nascere solo dal basso e in un humus antifascista che rispetti valori, ormai, dissueti in certi ambienti.
Dada Viruz Project “Informazione Anticapitalista”