Ieri primo maggio per le vie dell’Havana c’è stato un inatteso corteo dei soliti noti. Ad un certo punto sono apparsi degli incappucciati di rosso che hanno assaltato le ambasciate di Venezuela e Bolivia e hanno chiesto a gran voce l’apertura di un Mc Donald’s perché a Cuba non c’è lavoro e soprattutto nell’isola si mangia male. Attestati di solidarietà con la manifestazione sono giunti dall’ISIS e dai democratici nazisti dell’Ucraina. A Cuba ci vogliono i Mc Donald’s. Il pianeta va sfamato e gli happy meals sono un diritto non solo delle popolazioni di Milano, Francoforte e Atene ma di tutto il mondo globalizzato. Poco importa se in queste città qualcuno ha la digestione lenta a causa di una crisi capitalistica e ogni tanto protesta tanto sono solo degli sfigati, dei pirla, degli invidiosi non meritano più nemmeno il titolo di sovversivi. Non sia mai che qualcuno reciti fuori dal copione, la società dello spettacolo non lo permette. Anzi forse, adesso, dopo gli emendamenti approvati dal gran consiglio presieduto dal comunista Matteo Renzi, con la benedizione del pio Silvio Berlusconi, sarà permesso. Tanto, ogni battuta entrerà a far parte del copione, sarà assorbita e non lo stravolgerà in questo spettacolo infinito. Ecco che finte rom rilasciano interviste pilotate a pagamento, su quanto rubano, per la gioia dell’altro comunista, quello padano, Matteo Salvini. Bimbetti cretini si sostituiscono a leader politici e dichiarano che è bello sfasciare tutto nei cortei. Maria De Filippi comincia a temere la concorrenza ma si sa è il libero mercato dell’informazione e dello spettacolo. Ognuno dica la sua e, sotto le telecamere, danzi questo valzer. Poco importa se la musica è stonata, dopo l’addetto al montaggio di turno toglierà l’audio originale e ne inserirà un altro. Tranquilli nessuno se ne accorgerà è decenni che va avanti in questo modo.
Ieri a Milano all’università Bocconi c’è stata una importante conferenza sul tema: “La differenza tra l’essenziale e i dettagli” Oltre alla nota presentatrice Maria De Filippi, già citata, è intervenuto anche l’astronauta Neal Armstrong che ha ricordato per filo e per segno il suo allunaggio e di come la gente ricordasse tutto nei minimi dettagli e di come il dettaglio fosse essenziale. Lo smalto delle unghie delle dita che indicavano il cielo quella notte del luglio 1969 sono state essenziali per sconfiggere l’URSS nella corsa allo spazio. Il grande astronauta ha ricordato come una giovane ragazza di Denver abbia iniziato a dire che la L’ Oreal, per smaltarsi le unghie, era meglio della Kiko e della Essie. Tutti in sala ascoltavano emozionati il racconto di Armstrong quando ad un certo punto il solito cacacazzo, sicuramente di sinistra visto la barbetta e gli occhiali, ha posto una domanda: “Scusi signor Neal ma lei non è morto il 25 agosto 2012?” “Questo è un dettaglio” ha risposto il moderatore. Il giovane intellettualino insisteva dicendo: “Ma non avete detto che il dettaglio è essenziale?” raccogliendo qualche timido consenso. A quel punto il moderatore della conferenza, un amico fidato del premier, ha dato la parola al grande giornalista Paolo Brosio che ha spiegato per filo e per segno di come Armstrong non fosse presente in carne ed ossa ma che si trattasse, invece, di un’apparizione ultraterrena, come quelle che la Madonna fa a lui di tanto in tanto. Anche quel giorno la Madonna era apparsa ed era triste perché a Milano stavano avvenendo dei fattacci. A quel punto in sala non ci sono stati più dubbi e il giovane di sinistra è stato sommerso da decine di sguardi superiori che accompagnavano i commenti più disparati. “Ma guarda questo non vede nemmeno Mentana” o “E’ assai che non abbia citato la storiella del figlio del carpentiere nello spazio come si chiamava? Gagarin?!” ma il commento più bello fu quello di un signore che diceva: “Vai a difendere i tuoi amici Black Block”. Quel giorno per le vie di Milano, infatti, centinaia di incappucciati neri devastavano, impunemente la città almeno cosi raccontavano i giornalisti della “libera informazione” quelli prezzolati e quelli young. I danni ammontano a 12 miliardi di euro ma sono stati fatti da Expo. Questa è la cifra di denaro pubblico speso per costruire migliaia di metri cubi di cemento e tra l’altro senza nemmeno finire i lavori.
Ieri 50.000 persone, sfigati per Renzi e Pirla per Salvini, in modo pacifico hanno sfilato per le vie di Milano per denunciare i danni di Expo ma questo non è interessante. Dobbiamo guardare lo smalto delle unghie delle dita non la luna.
Se qualcuno non capisce quanto scritto poco ci importa, del resto non tutti possono comprendere, e poi noi non dispensiamo verità noiose e preconfezionate. In un paese libero, come il nostro, lo lasciamo fare alle agenzie del governo. E’ giusto che ci sia ancora chi prenda per buone le verità della televisione. Che mondo sarebbe senza nutella! Intendiamoci forse anche noi stiamo perdendo tempo ma almeno lo facciamo con ironia. Forse, semplicemente, dovremmo fare come fanno i padroni e i loro servi: orecchi da mercante. Ma visto che siamo antropologicamente diversi, lo disse il Pio Silvio Berlusconi anni addietro, dobbiamo riconoscere che non ci riesce. Intanto ieri ci è apparsa la Madonna magari la prossima volta ci darà pure la linea politica giusta.
Scusate ma con questa informazione non ci riesce essere seri.