Riteniamo sbagliate nel merito e nel metodo le dichiarazioni del primo cittadino di Viareggio, Giorgio Del Ghingaro, che si dichiara pronto a sgomberare le case di proprietà comunale occupate a scopo abitativo con il dichiarato obiettivo di fare cassa, approfittando del fatto che sono nella disponibilità immediata (non si tratta di case popolari), ma andando a colpire paradossalmente proprio dei soggetti in reale stato di necessità, anziché i furbetti conclamati che pure esistono e con cui troppo spesso la politica ha avuto numerosi punti di contatto e di scambio clientelare.
La città di Viareggio non può uscire dalle secche con le stesse logiche monetariste che hanno provocato la voragine economica, di cui un esempio eclatante é stata la gestione allegra e priva di strategia che ne ha caratterizzato le politiche sociali, incentrata solo sull’erogazione di contributi economici e senza lo sviluppo di una rete sociale in grado di autosostenersi, difetto che riscontriamo ancora in diversi altri comuni della Versilia.
Occorre invece mettere a frutto le (poche) risorse pubbliche che il comune e gli altri attori istituzionali ancora hanno, per tamponare l’emergenza abitativa ed assicurare il diritto, previsto dalla legge, di avere un tetto sulla testa e di vedersi assicurato il passaggio da casa a casa. In questo senso, la legge mette a disposizione diversi strumenti. Con la stessa facilità con cui Del Ghingaro richiede lo spostamento del demanio marittimo, ad esempio, sarebbe possibile chiedere la gestione comunale delle proprietà immobiliari demaniali per finalità abitative. Sarebbe possibile una requisitoria temporanea per fini di salute pubblica, essendo il sindaco per legge anche il primo ufficiale medico del comune, che contribuisse a soddisfare l’enorme tensione abitativa del comune di Viareggio, certificata dalle leggi nazionali e dalle inesauribili graduatorie ERP. Sarebbe infine possibile, utilizzando le poche misure positive della nefasta legge regionale Saccardi, una sanatoria sulle occupazioni di case pubbliche non popolari, quale quella di Via Matteotti, anche tramite gli strumenti dell’autorecupero e dell’affitto a canone sociale.
Sicuramente, a salvare la città non saranno le operazioni di svendita, ma la capacità di ripensarla come rete dove le risorse materiali e lavorative sono utilizzate a livello strategico per ripartire, con pochi soldi ma con la determinazione di trovare soluzioni pratiche all’emergenza che tutelino primariamente chi rischia di ritrovarsi in un circolo vizioso fatto di perdita di lavoro, salario, casa e conseguente esclusione sociale.
Nicolò Martinelli – responsabile casa e politiche sociali Rifondazione Comunista federazione Versilia