I writers da sempre sono stati criminalizzati dall’informazione di regime.
Per anni il grande artista Blu regalava, specialmente a Bologna, illegalmente i suoi capolavori alle città ma qualche ignorante continuava a giudicare le sue opere azioni teppistiche. Alla fine anche le istituzioni ne hanno riconosciuto il valore e hanno provato ad appropriarsi delle sue opere e lui ha deciso giustamente di cancellarle perché per Blu l’arte deve stare fuori dalla mercificazione e dai canali ufficiali del potere.
A Viareggio nella zona tra le piscine comunali e il centro sociale SARS ci sono decine e decine di questi murales che con colore e fantasia hanno sconfitto il grigio dei muri di una città sempre più abbandonata a se stessa. A far discutere in questi giorni è la nuova provocazione di uno di questi artisti da strada, Lozzo. Lozzo, così il nome d’arte con cui firma i suoi pezzi, è tornato a colpire sulla facciata del municipio di Viareggio con un graffito perfettamente raffigurante il sindaco Giorgio Del Ghingaro e la scritta in dialetto “Svendo anche tu ma”. Il riferimento alle politiche dell’amministrazione che vuole vendere il patrimonio pubblico è evidente. Si tratta di una protesta artistica che ha diviso l’opinione pubblica tra chi ha apprezzato lo stile e compreso le motivazioni politiche e sociali del gesto e chi con moralismo saccente si è limitato a liquidare tale gesto come un gesto vandalico. In questo modo si sono espressi anche alcuni giornalisti con il titolo su di una testata online. Forse siamo buoni a chiamare giornalisti chi pubblica solo i riassuntini delle questure spacciando il tutto poi per articoli. Rimane il fatto che per noi, che facciamo da dieci anni mediattivismo, è importante dare voce a quella gioventù che esprime forme artistiche e proteste sociali fuori dagli schemi tradizionali per questo salutiamo positivamente l’azione di Lozzo.