Con il “me ne frego” Renzi fa vincere i petrolieri

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Spagna, Irlanda, Paesi Bassi, Islanda, Gran Bretagna, Francia, Malta, Lussemburgo, Finlandia, Austria, Svizzera e perfino gli USA non prevedono il quorum perché un referendum sia valido premiando, di fatto, la partecipazione democratica. In Italia, invece, chi vuole che vinca il no, ovvero che le leggi non siano abrogate, ormai da tempo invita all’astensione partendo da un non voto fisiologico che continua ad aumentare. Insomma si tratta di una partita falsata in partenza.

Al referendum del 17 aprile ha votato solo il 32,15% degli aventi diritto quindi il referendum non viene considerato valido. Soldi buttati via e soprattutto un’offesa a quei 15 milioni di italiani che non hanno avuto paura del confronto. Chi ha votato, si è espresso in modo chiaro e netto. 13 milioni di voti per fermare le trivelle e i petrolieri che per i loro sporchi profitti inquinano il mare. Insomma i Si vincerebbero con l’ 86,25% contro il 13,75 dei No. Vincerebbero appunto ma non vincono perché la banda Renzi, con la complicità della disinformazione di regime e giocando sul “menefreghismo” di fascista memoria di una parte consistente degli italiani, è riuscita a far fallire i referendum per la gioia dei petrolieri.

Non siamo meravigliati del risultato. Il paragone con referendum vinti del 2011 sull’acqua pubblica e sul nucleare non reggono. In primo luogo quelli erano quattro quesiti ma soprattutto erano partiti dal basso con un sostegno di un ampio movimento popolare. Questo è stato voluto da alcune regioni e sostenuto da alcune associazioni e forze politiche. Il dato politico ci consegna, quindi, la netta vittoria di Matteo Renzi, la pesante sconfitta della sinistra interna del PD ormai definitivamente asfaltata e l’incapacità del centrodestra di incidere sul proprio elettorato ormai ammaliato da Renzi. Tra quei tredici milioni di Si, infatti, pochissimi sono i voti della Lega Nord e ancora di meno quelli di Forza Italia. Se i gruppi dirigenti avevano cercato di votare contro Renzi il loro elettorato filopadronale è stato più realista del re. La maggioranza di quei 13 milioni di voti arrivano dal M5S, da Sinistra Italiana, dagli altri partitini della sinistra e dalle associazioni e i movimenti sociali che si sono spesi in questa lotta. Tutti comunque sconfitti di fronte a Renzi che oggi assieme al suo partito rappresenta la vera destra al servizio di banchieri, petrolieri, multinazionali del farmaco e lobby delle armi.

Guai a scoraggiarsi, guai ad arrendersi per una battaglia persa. Altre ne arriveranno e andranno affrontate con maggiore determinazione. Oggi ci auguriamo però che tutti abbiano compreso cosa siano Renzi e il PD e che non si caschi nei due errori opposti quello della spocchia di chi crede che il popolo non capisca niente e quello dell’ingenuità che viviamo in un paese democratico. 

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