Viareggio non si arrende e pretende giustizia per la strage del 29 giugno

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Diverse migliaia di persone, partendo da via Ponchielli, hanno attraversato le strade di Viareggio per ricordare la terribile strage del 29 giugno 2009. A sfilare per le strade della città erano davvero in tanti. Il corteo è stato aperto, come consuetudine vuole, dai famigliari delle vittime con l’associazione “Il Mondo che vorrei” seguiti, subito dopo, dall’assemblea 29 giugno e dai lavoratori delle ferrovie che si battono, quotidianamente, per la sicurezza sui treni e sui binari.

Una manifestazione silenziosa ma pieno di dignità e determinazione per non dimenticare le vittime ma anche per dire no al rischio prescrizione per alcuni reati. In corteo anche i famigliari delle vittime del terremoto dell’Aquila, della strage della Moby Prince di Livorno e diversi comitati ambientali e di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro provenienti da varie parti d’Italia.

In fondo al corteo presenti le istituzioni regionali, provinciali e comunali con i loro labari e tanto imbarazzo.

La città ha risposto e, nonostante passino gli anni, ha dimostrato che è pronta ancora a lottare per avere verità e giustizia. Nel pomeriggio c’era stata anche una conferenza organizzata dal comitato nazionale “Noi non dimentichiamo” sulle varie stragi italiane rimaste impunite a cui era intervenuto anche il magistrato Raffaele Guariniello.

Le 32 vittime della strage, dopo 7 anni, non hanno ancora trovato giustizia mentre questa maledetta prescrizione, per i reati di incendio e lesioni colpose, si avvicina sempre più velocemente. Il governo cosa fa? Continua a tagliare lavoratori e lavoratrici del settore ferroviario, innalzando ancor più il rischio di incidenti. E cosa fanno i rappresentanti delle istituzioni anzi che prendersi le proprie responsabilità? Latitano e tacciano lasciando senza risposte i famigliari delle vittime di quella maledetta notte. Questa per loro non è una strage di stato! Hanno coccolato il “carnefice”, lo hanno premiato prima nominandolo cavaliere della Repubblica, poi promosso dal governo Renzi ai vertici di Finmeccanica. L’imputato Mauro Moretti appare come un intoccabile, uno che sta sopra la giustizia. Diversa è stata la sorte di Riccardo Antonini, chiamato come consulente dei parenti delle vittime e successivamente licenziato perché la sua tesi risultava discordante da quella di Fs. 32 sono le persone che hanno perso la vita quel maledetto 29 giugno del 2009 al “sicuro” nelle loro case nei loro letti con i loro cari ed allora ” è inutile che vi crediate assolti, sarete per sempre coinvolti “. 29 giugno 2009 noi non dimentichiamo! Noi sappiamo chi è stato!

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