Alcuni spunti per essere contrari al pirogassificatore a Serravezza

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Pubblichiamo integralmente il contributo di un compagno che partecipa alle assemblea contro il pirogassificatore a Serravezza

Il Pirogassificatore di per se sarebbe anche una buona idea: pulire i boschi, bruciare il legname che si ricava dalla pulizia di questi e trasformarlo in energia elettrica. Questo potrebbe aiutare a ridurre e forse anche ad eliminare l’utilizzo dei combustibili fossili, o del nucleare o degli inceneritori strumentalmente chiamati “termovalorizzatori”, tutte pratiche per il recupero dell’energia, queste ultime, che inquinano la Biosfera o rischiano di comprometterla. Parlando di come produrre energia per soddisfare i bisogni umani però non si parla solo di questo, ma anche del nostro rapporto con il sistema Terra, con la Biosfera, la flora e la fauna di cui facciamo parte, insomma del sistema Natura. Ogni cultura ha il suo modo di ricavare energia e questo modo deriva da un pensiero-sulla-natura, da una riflessione sul mondo e sul rapporto che l’animale umano ha con questo mondo di cui è parte integrante. Il Pirogassificatore solleva diversi quesiti legati al tema sviluppo-potere, uomo-natura, convivenza sfruttamento tra cui: perché altre costruzioni, altre opere, cemento, acciaio e la conseguente riduzione di Natura? Dopo la combustione che tipo di ceneri avremo e dove potremo metterle? Di quanta energia abbiamo veramente bisogno per soddisfare i nostri bisogni e quindi di quali strumenti dovremo dotarci? Perché ancora una volta l’energia deve essere gestita da una società privata e non lasciata alla gestione pubblica, collettiva e locale? Alla gestione dei diretti interessati? Perché il recupero dell’energia deve diventare per forza un business, un’attività economica? Invece di moltiplicare le attività economiche dovremmo aumentare le esperienze relazionali e di autogestione. E poi perché questo (la mercificazione dell’energia) deve trasformarsi per forza nell’enesima assurda occasione di lavoro salariato? Ancora una volta si creano le condizioni per cui il profitto viene anteposto all’utilità, alla socialità di un bene, di una risorsa. Perché ostinarsi a soddisfare solo i bisogni umani senza preoccuparsi dei bisogni della Biosfera? Ossia, perché continuare a riproporre modelli antropocentrici? Il vero sviluppo e la vera tecnologia sono omeopatici. Sono quelli che usano la Natura per la Natura, sono quelli cioè che impiegano le conoscenze-sulla-Natura per mantenere l’equilibrio con Essa e tengono molto in considerazione la prospettiva sistemica e interrelazionale con la Biosfera, con il sistema Natura. Lo sviluppo e la tecnologia non portano ben-essere se uccidono la vita. Il sistema asociale 1 industrial-capitalista-consumista infatti non ha niente a che fare con la bontà di questi due concetti: “sviluppo” e “tecnologia”. Esso è mera innovazione tecnica a scopo lucrativo. Niente a che vedere con l’utilità pubblica. L’attuale sistema economocentrico non vede nella Natura una risorsa di per sé, così com’è, ma solo un serbatoio dove attingere materie prime per i suoi meri benefici. Questa è una visione profondamente egoista, antropocentrica, specista, presuntuosa, cattolica, autoritaria, tirannica e da rigettare. Il Pirogassificatore solleva la questione sviluppo-potere perché una società di costruzioni (Varia Costruzioni srl) si prende l’incarico di produrre energia da una bene comune (che non paga) per qualcun altro e così facendo gli sottrae la gestione diretta e quindi il controllo del territorio. Questo tipo di delega passa assolutamente inosservata oggi perché siamo abituati alla privatizzazione selvaggia, ma proprio questa instaura rapporti di potere dominati/dominatori ed è già un modello di sviluppo. Privatizzo, industrializzo e quindi ho bisogno di lavoro salariato. Un rapporto di forza tra chi detiene gli strumenti di produzione e decide cosa farne (in questo caso Varia Costruzioni srl avvallata dai politici di turno che a tutto pensano tranne che alla popolazione) e chi li usa ma non decide, perché è solo manodopera, una parte del sistema produttivo, ma esclusa dal processo decisionale. Solleva la questione uomo-natura perché non si preoccupa dell’inquinamento o dell’impronta ecologica che può avere e che nell’economia capitalista viene considerata un’esternalità. Implicitamente si continua ad affermare che siamo separati dalla Natura e la dominiamo. Essa, siamo convinti, è a nostra disposizione per diritto. E anche questo passa inosservato perchè siamo abituati a porci come gli esseri più importanti i cui bisogni devono essere soddisfatti in quanto giusti. Solleva in ultimo la questione convivenza-sfruttamento perché non interessa trovare un equilibrio con la Natura e quindi conviverci in quanto è soggiogata all’uomo il quale deve sfruttarla massimizzandone il profitto. Il Pirogassificatore è l’ennesima opera che sottrae spazio alla Natura (o il cemento e l’acciaio o il verde, gli alberi e gli uccelli), che fa dell’energia un’attività economica a scopo di lucro anziché un’opportunità per autogestire un bene collettivo (Varia Costruzioni dovrà trarre un profitto dalla pulizia dei boschi e dall’energia che vorrebbe produrre e vendere). È l’ennesimo progetto che riproduce le logiche capitaliste e di potere attraverso il lavoro salariato (promesso: l’impianto produrrà impiego, come incentivo per convincere gli abitanti della bontà del progetto). L’ennesima retorica sull’energia pulita che dovrebbe servirci. L’ennesima opera in più, perché c’è già il 2 teleriscaldamento di Volegno e Pruno inutilizzato. Tal volta quando vogliamo un’energia pulita è sufficiente pensare a stili di vita puliti e non ad opere che sottraggano finanze pubbliche e Natura. Le amministrazioni comunali di turno e le società del momento, in questo caso il comune di Stazzema e la società Varia Costruzioni srl, vorrebbero suggerire al popolo di cosa ha bisogno cosicché quel bisogno diventi la loro attività economica. Questo non ha niente a che fare con il lavorare per soddisfare i bisogni o con l’utilità pubblica o con il mettersi a disposizione per la collettività. Questo ancora una volta è capitalismo consumista. Questo modello uccide la vita e crea inquinamento e spazzatura (un altro business). Che il popolo insorga e disobbedisca con tutta la risolutezza di cui è capace. Riprendiamoci le nostre risorse, i nostri bisogni, i nostri spazi, la nostra sovranità, le nostre vite e autogestiamo le nostre città ed i nostri paesi. Per un mondo senza capitalismo, senza autoritarismo, senza cemento, inquinamento e pirofregature.

Per un mondo ecologico e sobrio. Dove si lavori, si goda e si viva in comune.

Alessandro Cesarali

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