Egregio signor Sindaco,
le nostre condoglianze intanto per il suo recente lutto familiare. Ci duole doverle rivolgere parole dure in questo momento, ma d’altronde lei rappresenta l’Amministrazione, e quindi rappresenta (o dovrebbe rappresentare) l’intera cittadinanza. E’quindi responsabile delle sue affermazioni più di un comune cittadino.
Di recente si è svolto un incontro a Villa Borbone, sulla gestione della Pineta e della città, dove parecchi esperti, tra cui il presidente del Parco Maffei Cardellini, si sono pronunciati contro il dissennato progetto dell’Asse di penetrazione (o Via del Mare) a sud dello stadio e attraverso la Pineta. Lei era stato ufficialmente invitato: ha comunicato di non poter venire per impegni istituzionali, quindi è sicuramente scusato, ma avrebbe fatto piacere agli organizzatori avere comunque qualcuno in sua rappresentanza, così da intavolare un dialogo.
Ha invece preferito, a mezzo stampa, sparare a zero prima contro tutti gli urbanisti intervenuti, accusati da lei di “indecenza”, e poi in particolare, e con particolare virulenza, contro Maffei Cardellini; è arrivato a invocare a gran voce le sue dimissioni, a minacciare ancora una volta l’uscita del Comune dal Parco, ad annunciare che ricorrerà personalmente al presidente Rossi… Forse nella speranza di far togliere di mezzo un personaggio scomodo ai suoi intenti? Ha infine sostenuto che Maffei Cardellini avrebbe “offeso” la città e i suoi abitanti. E specialmente su questo ci sentiamo in dovere di dire una parola.
Noi esprimiamo piena solidarietà a Maffei Cardellini, che secondo noi, da presidente del Parco, ha fatto l’unica cosa ragionevole e dignitosa: si è pronunciato contro il deturpamento di un bene collettivo che è affidato a lui, e che è patrimonio non solo di Viareggio, ma della Regione e dell’Europa. Si è pronunciato contro un progetto la cui ipotetica realizzazione violerebbe sette vincoli diversi, facendo presente che su di esso il Parco già da molti anni ha dato parere negativo, per cui non ci dovrebbe neanche essere da discuterne.
In quale modo, le chiediamo, una tale dichiarazione sarebbe offensiva per Viareggio?
Caro Sindaco, ce lo lasci dire: è lei che, non da oggi, offende Viareggio e i cittadini che dovrebbe rappresentare, coi suoi metodi arroganti e autocratici. Oltre che con questo progetto, la offende con la sua irreperibilità, col suo trincerarsi sempre dietro un: “Ho deciso e basta”; la offende con il sistematico tentativo di escludere le critiche al suo operato, per esempio censurando (a quanto risulta da numerose testimonianze) il blog del Comune e il suo profilo personale: lei vuol sentire solo lodi, e, quando le difettano, si loda da solo; ma non è così che lavora, a parer nostro, un amministratore democratico.
Lei offende la cittadinanza con l’abitudine di decretare vendita e esproprio di beni privati e pubblici senza nemmeno degnarsi di avvisare prima i diretti interessati: questa cortesia non l’ha avuta con la Casa delle Donne, né con i proprietari di Via Indipendenza 45. Quanto a questi ultimi, l’Amministrazione li ha invitati solo dopo diversi mesi a un incontro dove, di nuovo, non c’è stato un dialogo ma il metter di fronte a un fatto compiuto, e il tentativo, tramite un mix di minacce e allettamenti, di indurli a subire la sua linea; subito dopo, l’Amministrazione si è affrettata ad annunciare di aver raggiunto un accordo (cosa largamente inesatta); e da allora di altri incontri, pur promessi, neanche l’ombra!
Ma lei offende la cittadinanza, soprattutto, per la sua consuetudine di riferirsi a se stesso, e alle sue personalissime vedute, dicendo: “La città di Viareggio”… Caro Sindaco, un amministratore, soprattutto quando è stato eletto coi voti di un cittadino su otto, soprattutto quando (sospettiamo) prima della sua elezione non conosceva la città a lui affidata, la sua tradizione e le sue problematiche se non “da turista”, dovrebbe lavorare con una certa prudenza! Dovrebbe, dico, non perché obbligato, ma per una elementare questione di tatto… Lei invece non ascolta nessuno, e proclama: “Viareggio sono io!”, come Re Sole diceva: “Lo stato sono io”… Nessuna meraviglia se qualcuno la chiama “Re Giorgio”!
Caro Sindaco, parecchi in città sono stufi: siamo cittadini, non sudditi: molti si sono sacrificati, in passato per garantire questo. Non vogliamo decisioni imposte dall’alto, soprattutto da uno che si empie la bocca con la parola “partecipazione”… Ma, come diceva qualcuno di noi, “partecipazione” non può voler dire “comunicare a cose fatte”! Partecipazione significa ascoltarsi realmente, e collaborare!
Signor Sindaco, contro il suo (per noi) dissennato progetto sono state raccolte oltre 1500 firme autentiche di residenti, e il 7 aprile abbiamo sfilato in 200 davanti al Comune… Ancora una volta le chiediamo: perché le nostre richieste di incontro sono state ignorate? Perché, anzi, fin dall’inizio sull’argomento non sono state effettuate le reali consultazioni popolari che pure lei, all’inizio, aveva vagamente promesso? Noi stiamo ancora aspettando. Poi ha il coraggio di sostenere che altri “offendono” Viareggio!
Del resto, la responsabilità non è solo sua: una intera classe di governo, negli ultimi decenni, si è sforzata di porre le basi per trasformare gli amministratori in tanti piccoli ducetti, sottratti a qualunque controllo… Il tutto in nome della “democrazia”, oltre che della “governabilità”! Ma non vi rendete conto che l’aria sta cambiando? Che il loro (vostro) tentativo è stato smascherato? Una bella fetta di italiani non ne può più di subire a testa bassa decisioni di pochi e per pochi.
Questo riguarda anche lei. Dovrebbe essersi capito già alla ormai storica riunione di Torre del Lago, ma non disperiamo che prima o poi lo si capisca, e si cambi musica. La invitiamo a rifletterci.
Cordialmente,
Andrea Lami