
“Intensissima ed emozionante iniziativa quella che si è svolta ieri 21 luglio nella frazione di Marola a La Spezia. Ci sentiamo di ringraziare tutte le intervenute e tutti gli intervenuti un ringraziamento particolare lo rivolgiamo ai collettivi spezzini “Murati Vivi” e “Mitilanti” e agli abitanti di Marola per l’accoglienza. La censura del comune di La Spezie e del Museo CAMeC all’opera “Omaggio Ogiugno” si è rivelata un boomerang grazie alla solidarietà che è stata costruita in assemblee partecipate che hanno, poi, portato alla costruzione di questa bellissima iniziativa, ricca di emozioni ma anche di ragionamenti e spunti di riflessione. Centinaia di persone provenienti da varie città della Liguria e della Toscana si sono incontrate per mettere assieme arte e impegno politico nella migliore tradizione artivistica di Giacomo Verde. A Marola è stato reso quell’omaggio a Giacomo che il comune di La Spezia e il museo CAMeC hanno negato censurando l’opera del museo popolare Giak Verdun. Tuttavia, gli atteggiamenti ottusi di politicanti, burocrati e accademici hanno ottenuto l’effetto opposto a quello da loro desiderato. Il grido “Demilitarizzare La Spezia! Demilitarizzare il Mondo!” è uscito da quelle quattro mura asfittiche del CAMeC per andare in un quartiere della città che da anni è costretto a sopportare gli effetti nefasti della militarizzazione del territorio vedendosi negare, anche, l’accesso al mare. Adesso si parla di questo problema non solo a La Spezia ma anche a Genova, Chiavari, Massa, Carrara, Viareggio, Pisa, Livorno, Firenze e in altre città. Un’iniziativa quella di domenica che fa chiarezza sulla necessità di liberare l’arte dalle istituzioni. Del resto è ipocrita chiamare un’esposzione “liberare l’arte da artisti” se poi ci si affida mani e piedi al volere di una politica subalterna ai poteri forti. Un’iniziativa che ci lascia tutti più arricchiti grazie ad una sana e plurale discussione che ha visto protagonisti esperienze e pratiche diversissime come quelle sindacali, sociali, artistiche tutte legate da un filo comune quello di non soccombere ma di resistere e provare ad insorgere e convergere contro il militarismo, il capitalismo, il patriarcato e ogni forma di censura e di oppressione. Non solo porteremo a lungo nel cuore il ricordo di questa giornata ma sarà un modello per costruire altri momenti di lotta unitaria.”
Museo Popolare Giak Verdun