Ancora le ruspe alla Migliarina: continua l’interminabile poema della speculazione edilizia
Pubblichiamo integralmente l’articolo di Andrea Lami insegnante e uno dei fondatori del Comitato della Salvezza della pineta.
“A Viareggio, nel quartiere Migliarina, si sono avviati e procedono speditamente i lavori per la realizzazione di 12 unità abitative, in uno dei pochi spazi finora rimasti non edificati in questa zona, in cui fino a non molti decenni fa si respirava un’atmosfera campestre oggi quasi completamente perduta. Il progetto, a quanto ci risulta, è stato approvato con grande entusiasmo alla fine della prima amministrazione Del Ghingaro: con grande entusiasmo e felicitazioni trasversali anche da parte dell’opposizione, dal momento che l’appaltatore dei lavori si è impegnato a realizzare una rotonda a sue spese. A quanto pare, la sostituzione dei semafori con rotonde è una priorità assoluta e incontestabile, al cospetto della quale ogni altra considerazione passa in secondo piano… A noi, da parte nostra, sembra che ci sia poco da felicitarsi: che senso ha, in una città come Viareggio già soffocata e deturpata dalla speculazione edilizia, occupare ancora altro suolo? Oltretutto, con villette le quali, stante l’attuale e strutturale crisi e saturazione del mercato immobiliare, ci si domanda chi abiterà mai? Qui le possibilità, ci pare, sono due: o si ritiene che la realizzazione di nuove metrature di cemento sia tuttora utile e rappresenti un valore aggiunto per la città (e in tal caso converrebbe aggiornare i propri metri di giudizio); oppure si sta scientemente autorizzando un’opera dannosa, o quantomeno discutibile, in cambio di un risparmio nel bilancio comunale (e allora, lungi dal compiacersi, si dovrebbe provare se non altro un po’di decoroso imbarazzo). Certo, non sono più quei tempi (durati, a Viareggio, almeno fino al 2008, e tuttora rimpianti da non pochi), in cui si cementificava a man bassa e senza ritegno, in nome dello ‘sviluppo’ e della ‘valorizzazione’, con la sostanziale approvazione di gran parte dell’opinione pubblica, ben lieta di vedersi liberare dalle ‘erbacce’ e dal ‘degrado’; ora i divoratori di suolo hanno rallentato parecchio, anche perché rimane ben poco da divorare (fatta eccezione per l’area protetta: e meno male che c’è, a dispetto di chi voleva tirarsene fuori!)… Eppure, ecco che un altro pezzo di terreno (con valide ragioni, ci mancherebbe) finirà sotto il cemento: perso quasi irreversibilmente per gli ecosistemi, per la qualità del paesaggio urbano, per la permeabilità della falda acquifera già così severamente compromessa in tutta la piana versiliese. D’altronde, non abbiamo sentito finora voci di protesta: sembra che, mentre a Viareggio esiste da sempre, almeno da parte di alcuni, una sacrosanta attenzione verso tutto ciò che è spiaggia, pineta, ambienti costieri, invece l’indifferenza verso la campagna sia tuttora totale; da noi la campagna (non a caso, ormai quasi completamente scomparsa) è sempre stata percepita come una non-realtà, come uno spazio inerte e inutile in attesa di venir ‘ridestinato’. Ci pare significativo, per esempio, che, mentre non si finisce di deplorare (giustamente) l’intervento urbanistico che a suo tempo distrusse un bel pezzo di pineta e macchia mediterranea per far posto alla speculazione di Città Giardino, invece nessuno rilevi mai come la distruzione di un tratto di campi e poderi anche molto più esteso (oltretutto, confinante con la Pineta di Levante e con Villa Borbone), per realizzare il quartiere Campo d’Aviazione, sia stato uno scempio altrettanto imperdonabile. In mancanza di una vera e seria legge sul consumo di suolo, che vieti finalmente l’occupazione di nuovi suoli salvo reali e documentate situazioni di necessità (e che si aspetta da un buon decennio…), dovrebbero essere le amministrazioni e i cittadini a capire una buona volta che oggi, in un’Italia nella quale la percentuale di edificato ha ormai raggiunto livelli abnormi e preoccupanti, è il suolo libero a rappresentare una vera ricchezza e un vero valore, non soltanto economico: e che è un valore di per sé e in quanto tale, non importa quanto ‘periferico’, ‘marginale’ o poco attraente possa sembrare. Si dovrebbe pensare casomai a riqualificare per davvero i suoli liberi, liberandoli dalla sporcizia e dai detriti, impiantandovi boschi urbani, orti urbani, facendone spazi vivibili dove soprattutto l’uomo cittadino possa ritrovare uno spontaneo rapporto con la natura e un’abitudine alla coesistenza con le altre forme viventi che li abitano, anziché ricorrere sempre a quella ‘riqualificazione’ che significa di fatto distruzione. Quanti progetti seri e concreti si sono tentati, da noi, in questo senso? Purtroppo fino ad ora sembra aver prevalso la vecchia mentalità: la sorte di questo trascurato e ‘invisibile’ scampolo di Migliarina lo dimostra. Ci auguriamo se non altro che sia l’ultimo caso, e che per il suolo occupato in questa discutibile operazione urbanistica siano state previste altrove adeguate compensazioni: ci appelliamo in questo senso, per chiarimenti e rassicurazioni, all’Amministrazione comunale.”
Andrea Lami