QUANTI POVERI DEVONO ANCORA MORIRE SIGNOR SINDACO?
“Sono passati pochissimi giorni dalla morte di Saed, ritrovato senza vita in una roulotte, e un altro militante del movimento di lotta per la casa, Alì Fati, ha perso tragicamente la vita all’ospedale di Livorno.
Alì, insieme a diverse altre persone, era ospite da tempo al pronto soccorso abitativo che da anni è attivo al Cantiere Sociale Versiliese, per cercare di dare una risposta all’emergenza abitativa che attanaglia la nostra città in modo sempre più drammatico.
Quello che negli intenti doveva essere un intervento emergenziale, ovvero dare provvisoriamente un tetto sulla testa a chi non ce l’ha, con il tempo si è trasformato in un intervento per così dire strutturale. Il motivo è molto semplice: le politiche abitative a Viareggio sono zero, semplicemente non esistono. Il nostro sostegno per necessità si è dovuto sostituire al vuoto istituzionale.
Ma oltre al dolore, quella che ci scorre nelle vene in queste ore è la rabbia. Perché da anni ormai sosteniamo le rivendicazioni dei sindacati e del movimento di lotta per la casa per sbloccare l’accesso alla residenza fittizia alle persone senza fissa dimora a Viareggio. Infatti vedere negata la residenza significa anche e soprattutto non poter avere un medico di famiglia, avere precluso il diritto alla salute.
Alì e Saed non avevano ad esempio la possibilità di fare esami periodici, nonostante entrambi avessero delle patologie. Inutile girarci intorno: negare la residenza uccide le persone.
A questo punto non possiamo che rivolgerci nuovamente alla Giunta Comunale per chiedere una semplice cosa: i poveri di questa città, gli ultimi, gli invisibili, hanno il diritto alla vita a Viareggio?
Finora abbiamo sempre e soltanto incontrato un muro di gomma, i responsabili hanno nascosto la testa sotto la sabbia come gli struzzi, nella speranza probabilmente che la questione abitativa passasse in sordina.”
Ma vogliamo essere chiari: noi non dimentichiamo niente.
Cantiere Sociale Versiliese