Il 5 ottobre gli apparati repressivi hanno perso il braccio di ferro con il movimento pro Palestina.

La prova muscolare dello stato è fallita. Il divieto sulla manifestazione in solidarietà con i popoli palestinese e libanese del 5 ottobre è stato disatteso. Migliaia di persone si sono presentate a Piramide, dove alla fine la questura smentendo se stessa ha concesso un presidio. I crimini di Israele stanno indignando il mondo e a tutte le latitudini ci sono proteste. Piantedosi e il suo apparato si controllo e repressione avevano pensato di vietarla ma evidentemente hanno fatto male i loro conti. Migliaia di persone hanno sfilato, resistendo anche alle cariche e contenendo il numero dei feriti tra i manifestanti. Alla fine, e anche questo è un dato, per la prima volta da tempo, ci sono più feriti tra le forze repressive che tra i manifestanti. Il dato più importante è però la reazione nel mondo arabo. Sotto Al Jazira in tante e tanti ringraziano i manifestanti italiani per non essersi fatti intimorire e avere costruito una giornata di solidarietà internazionale.

Un discorso a parte va fatto per gli autobus bloccati e per i fogli di via dati , in modo arbitrario, a divers* compagn*. In base a semplici pregiudizi di polizia, questo il nome tecnico, di chi era nelle liste della DIGOS. Quindi anche senza condanne potevi risultare nei loro elenchi. Si tratta di provvedimenti impugnabili che puzzano di incostituzionalità.Tuttavia, il fatto che numerosi autobus venissero fermati non ha impedito che nei vari luoghi i manifestanti esponessero le loro bandiere e intonassero i propri slogan. Inoltre tutto questo ha permesso una ricaduta di attenzione anche sulle cronache locali. Insomma a Piantedosi e alla Meloni non è andata per niente te bene. Siamo in guerra e lo sappiamo bene così come sappiamo bene che le leggi che stanno approvando sono leggi di guerra, la gestione dell’ordine pubblico è quella dei tempi di guerra e l’economia è economia di guerra. Tuttavia, salutiamo positivamente che dal 5 ottobre, ad oggi, si sono moltiplicati in tutta Italia i momenti in sostegno alla resistenza palestinese. Ci sono stati cortei a Cagliari, Torino e persino a Lucca.

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