Sono passati ormai tre anni dalla strage, che il 29 giugno 2009, ha seminato distruzione e morte nella nostra città ma i responsabili di quanto è avvenuto quella tragica notte sono ancora a piede libero. Qualcuno, anzi, come l’amministratore delegato delle ferrovie, Mauro Moretti, è stato pure nominato cavaliere del lavoro dal presidente della repubblica. Questo è il paese dove molto spesso chi compie delitti non solo non paga ma viene pure premiato. Questo, purtroppo, è anche, però, il paese dove chi lotta con coscienza per avere verità e giustizia viene represso, come nel caso del ferroviere Riccardo Antonini licenziato per essersi schierato dalla parte delle vittime come perito nel procedimento penale. A Riccardo Antonini, ovviamente, rinnoviamo la nostra piena solidarietà.
La strage del 29 giugno non fu una tragica fatalità ma fu il risultato di scelte politiche ben precise portate avanti dai dirigenti delle ferrovie: privatizzazioni, tagli alla manutenzione e alla sicurezza, riduzione del personale, investimenti sull’alta velocità.
Le logiche del profitto passano sopra le vite delle persone. Per questi motivi per far quadrare un bilancio, lor signori, preferiscono tagliare su manutenzione e sicurezza che potrebbero ridurre il rischio di stragi come quella del 29 giugno. Per gli stessi motivi vengono investiti soldi in opere inutili e dannose come la TAV, magari distruggendo montagne e liberando sostanze tossiche e nocive, come amianto e uranio.
Le politiche neo – liberiste mettono i profitti davanti ad ambiente, salute e diritti. Questa è l’amara verità che troppo spesso viene censurata dagli amici dei potenti che fanno “informazione”.
Quello che ci preme sottolineare è il fatto che la giustizia sia solerte nel colpire chi manifesta contro scempi e oscenità come le cosiddette “grandi opere” e lasci impuniti i responsabili di gravi crimini. Non dimentichiamo che alcune persone sono ancora in carcere solo per avere manifestato in Val di Susa conto la TAV e che invece sono tutti liberi patteggiando pene irrisorie chi taroccava i dati dell’inceneritore di Falascaia a Pietrasanta, permettendo il rilascio di sostanze tossiche nell’aria causa di tumori o altre malattie. In questo paese, al di là delle frasi di rito, la giustizia non mette sullo stesso piano i cittadini e le multinazionali per questo per avere verità e giustizia sulla strage di Viareggio occorre continuare a lottare con il massimo della determinazione e non lasciare soli i famigliari delle vittime.
Occorre, inoltre, per evitare che catastrofi ambientali o stragi più o meno simili si ripetano investire maggiormente sulla sicurezza e sul pubblico. Occorre contrastare i progetti di privatizzazione in qualsiasi settore a partire dai beni pubblici come acqua e sanità. Occorre bloccare opere dannose come la TAV, come gli inceneritori, i rigassificatori e progetti di speculazione e cementificazione come quello dell’asse di penetrazione che smembrerebbe parte della pineta di levante creando un enorme danno ambientale alla città. Dobbiamo far capire a chi comanda che le nostre vite valgono più dei loro profitti.
Coordinamento Anticapitalista Versiliese