Nella melma dell’Eterno Presente della merce in cui siamo invischiati, anche in una piccola città di provincia svenduta al turismo e alla cementificazione selvaggia come Viareggio, c’è ancora chi non si rassegna a credere che viviamo nell’unico mondo possibile. C’è ancora chi sperimenta una socialità fuori dai circuiti del consumismo, chi desidera riappropriarsi degli spazi, chi ancora scende in piazza per rivendicare i propri diritti. in una parola c’è ancora chi desidera cospirare, nel senso etimologico e più profondo del termine, cioè respirare insieme: perché pensa che non solo il nostro futuro, ma anche il nostro presente non può che essere collettivo e plurale, fuori dalle secche sterili dell’individualismo e del cinismo da quattro soldi.
Nello scorso fine settimana sono state realizzate giornate importanti e significative che crediamo possano e debbano rappresentare un nuovo punto di partenza.
Venerdì al Cantiere Sociale Versiliese, all’interno del mercato autogestito “Liberi Tutte”, abbiamo parlato di immaginario, di futuro e futuribile con gli autori del libro “Domani Urbani”: una discussione ricca e stimolante sulla necessità di riuscire ad immaginare il domani, senza cedere all’ineluttabilità della catastrofe ecologica imminente.
Sabato, mentre nel pomeriggio ancora una volta migliaia di persone scendevano in piazza a Firenze a fianco degli operai della GKN, la sera gli attivisti e le attiviste di “Smash Repression” hanno fatto rivivere un luogo simbolo come l’ex Sars in Darsena. Ancora una volta quelle quattro mura situate a due passi dalla Pineta e dove gli appetiti speculatori vorrebbero cementificare e distruggere, hanno visto centinaia di persone radunarsi per una “zona temporaneamente autonoma”, mettendo in campo controcultura e aggregazione dal basso.
Domenica infine in tante e tanti sono scesi in piazza alla Stazione per il diritto all’abitare. Amministrazioni comunali e Ferrovie dello Stato (quest’ultimi con le mani ancora sporche del sangue della strage del 29 giugno 2009) vorrebbero cancellare, negando la residenza o minacciando di sgombero, quello che l’auto-organizzazione ha conquistato in anni di lotta per la casa: sarà nostro compito impedirglielo con tutte le nostre forze.
Insomma, è evidente che la realtà che ci circonda non è poi così immutabile e pacificata come può sembrare a prima vista: la patina perfettamente levigata e liscia della città-vetrina ha delle piccole increspature per chi ha occhi per vedere. Ma non possiamo accontentarci e dobbiamo fare in modo che quelle increspature diventino faglie di rottura.
E per respirare insieme come dicevamo abbiamo innanzitutto bisogno di ossigeno. Per questo pensiamo che la prima vera urgenza da affrontare è la difesa del nostro territorio. L’amministrazione Del Ghingaro è palesemente espressione dei potentati locali e non, che vorrebbero cementificare e distruggere quel poco di natura che è rimasta a Viareggio: ciclovia tirrenica alla Lecciona, asse di penetrazione e continuo abbattimento di alberi sono lì a dimostrarlo.
SIAMO LA NATURA CHE SI DIFENDE non dev’essere soltanto uno slogan, ma il terreno privilegiato su cui costruire conflitto e partecipazione nei mesi a venire.
INSORGIAMO VIAREGGIO