La trama era prevedibile e, quindi, grandi sorprese non sono uscite dalle urne di Viareggio, se si eccettua per la forte astensione. Il 48% degli elettori non se l’è sentita di fare da comparsa e ha preferito restare lontano dalle urne. Più di diecimila elettori in meno rispetto alle elezioni politiche di febbraio. Forse con qualche votante in più i dati sarebbero stati diversi ma nella sostanza non sarebbe cambiato di molto. Leonardo Betti era condannato a vincere. Noi lo scrivemmo sul nostro sito, lo scorso 28 gennaio, subito dopo le primarie. Qualcuno, specie tra gli attivisti del cinque stelle, ci insultò definendoci servili come Repubblica ma la nostra era una previsione. Le previsioni sono cose diverse dagli auspici. Leonardo Betti con il suo 42% non dovrebbe avere problemi a chiudere il conto con l’ex democristiano Antonio Cima. Cima rappresenta il vecchio, assessore della pessima giunta Lunardini e sindaco addirittura di una giunta pentapartito nel secolo scorso. Crediamo non abbia chance. Il 19% di Cima e il 16,8% al PDL sono una debacle per la destra viareggina che registriamo positivamente. La Lega Nord prende solo 176 voti pari allo 0,7 serve ben altro che l’atteggiamento provocatorio e vittimista di Borghezio al Carroccio per riaversi.
Il dato che emerge dal primo turno è netto. La destra perde e il centrosinistra, complice l’astensione, vince. PD e SEL sfruttano il ricambio generazionale. Ai primi posti come preferenze nelle liste di SEL, che ottiene il 5,8 ci sono dei giovani e questo è un segnale importante che ci rallegra. Un risultato soddisfacente lo ottiene anche la Federazione della Sinistra. Il 4,9% è un punto percentuale in più rispetto al 3,9 di Febbraio quando si presentò sotto le spoglie di Rivoluzione Civile. La Falce e Martello a Viareggio ha sicuramente più appeal del nome “Ingroia” scritto a caratteri cubitali. Quello che però emerge, che mentre il PRC da altre parti ritrova la sua autonomia e costruisce alleanze di sinistra vedi i buoni risultati di Pisa, a Viareggio continua a tenere in vita la FdS, che non ha futuro su scala nazionale, portando di fatto acqua al mulino dei comunisti italiani. Ad ogni elezione che la FdS riesce ad avere eletti questi sono dei comunisti italiani. Entra in consiglio Isaliana Lazzerini, certo non il nuovo che avanza.
Fuori dai due schieramenti che si affronteranno al ballottaggio c’è una babele di liste e listine che sparpagliano il voto e danneggiano sicuramente il M5S che si attesta su 2981 voti pari al 12,6%. E’ bene subito precisare che il raffronto tra elezioni amministrative e politiche non sta in piedi e noi lo avevamo previsto che i “grillini” alle amministrative non avrebbero ripetuto lo stesso risultato. Tuttavia, almeno tre di loro entreranno in consiglio comunale. Vedremo se, al di là dei facili proclami, sapranno fare opposizione ed essere dei controllori nell’interesse della città. Entrano in consiglio comunale anche Massimiliano Baldini del Movimento Cittadini con il 5,8%, sicuramente al di sotto delle previsioni, e e Rossella Martina di Viareggio Tornerà Bellissima con il 5,6%. Fuori di poco Paolo Spadaccini di un lista civico democristiana che ottiene il 3,7 e fuori anche tutte le altre liste civiche. Valter Ghiselli di Insieme per cambiare ottiene l’1,4% risultato dignitoso ma di testimonianza. Briciole per Vassalle, Di Santo, Fambrini e Parenti. Se si considera poi che Andrea Parenti era il candidato di Scelta Civica di Mario Monti i suo 296 voti sono veramente pochi.
In sintesi il dato che emerge è una disaffezione dell’elettore, una tenuta del bipolarismo, una lieve ripresa delle sinistre riformiste avvantaggiate dal calo dei votanti, il ridimensionamento del M5S, il flop delle liste civiche. Le liste civiche, non sono percepite, ormai, come molto diverse dai partiti ma come strutture dove il leader locale cerca la ribalta o dove gruppi di potere cercano di far prevalere i loro interessi.
Il dato delle elezioni nazionali non differisce di molto da quello di Viareggio. Calo dei votanti, frammentazione di liste ma sostanziale affermazione del centrosinistra sul centrodestra. Non si vede all’orizzonte la nascita di una sinistra anticapitalista e questo è un dato sul quale riflettere con attenzione. Medici non va oltre un dignitoso ma misero 2% a Roma. Meglio il risultato proveniente da Pisa dove il candidato Ciccio Auletta, sostenuto dalla lista una città in comune e Rifondazione Comunista, si attesta su 8%. Ma di strada per chi vuole costruire una sinistra autonoma dal centrosinistra ce n’è ancora molta da fare.
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