Otto marzo di lotta per le Donne in Cantiere

NOI SAREMO OVUNQUE
Oggi, 8 marzo, è la giornata internazionale della donna. Non è una festa ma un giorno di lotta.
Vogliamo pensare che ogni giorno dell’anno sia un 8 marzo. Vogliamo ribellarci e pensare a tutte le donne come ribelli.
Immaginiamo questo 8 marzo di lotta e di festa, insieme ai movimenti antisessisti, antirazzisti, antiomofobi e antifascisti, con le migranti e i migranti che si mobilitano per lo smantellamento dei Cie; con chi lotta per la casa, per l’ambiente, il lavoro, la sanità, la cultura… con chi lotta per la riappropriazioni di tempi e modi di vita espropriati.
Come donne, pensiamo che la lotta contro la violenza maschile sulle donne non sia separabile dalla lotta contro la società capitalista che è il contenitore dentro il quale, oggi, si perpetua la società patriarcale. E’ doveroso per ognuno di noi capire che il patriarcato è una forma di organizzazione politica, economica, religiosa e sociale basata sul concetto di autorità e leadership del maschile; è stata, ed è, la prima forma di gerarchia (uomo-donna) che ha generato tutte le altre patologie sociali, la prima discriminazione dalla quale hanno origine tutte le altre discriminazioni. E perciò’ un nemico comune da combattere poiché si frappone fra noi e la nostra concezione di un mondo giusto e libero.
Crediamo fermamente che la lotta di genere e quella di classe da sole non bastano e che debbano necessariamente essere collegate in una visione più ampia, che intrecci le oppressioni di genere, razza e classe e ne distingua le strategie di riproduzione all’interno del capitalismo e del patriarcato. È essenziale una critica più ampia, per smascherare i meccanismi che favoriscono la divisione gerarchica e sessuata della società, i rapporti di subordinazione e quelli di mercificazione, e tutti quei meccanismi con i quali questa società esercita violenza e violenza di genere.
Deve essere chiaro che la lotta delle donne, e per le donne, non può essere ridotta a difesa di vittime da tutelare e meno che meno a categoria che pretende privilegi e trattamenti differenziati. Le donne non sono specie protetta da salvaguardare; e non hanno intenzione di delegare la propria difesa al sistema patriarcale che ne diventa così, paradossalmente, carnefice, “salvatore” e tutore. Anche questo ci è dovuto di smascherare!.. Insieme a quella ideologia “emancipatoria” democratica-progressista che riduce la lotta delle donne, all’ottenimento di posti di comando e carriere varie, che alla fin fine sono funzionali alla conservazione e allo sviluppo della società patriarcale ed al mantenimento di un sistema di potere che noi combattiamo.
Essere consapevoli e condividere le idee e le pratiche, significa anche riappropriarci di una cultura conflittuale di cui sono portatori i movimenti femministi e antagonisti in genere. Riappropriazione che deve anche confrontarsi con l’enorme patrimonio che abbiamo ricevuto in eredità dal pensiero e dall’azione del movimento femminista rivoluzionario e dalla lotta che ancora oggi porta avanti. Il femminicidio e il controllo sempre più feroce sul corpo delle donne, messo in atto dalla cultura cattolica e misogina e dalle scelte politiche dei governi che ne subiscono l’influenza (vedi Spagna, Grecia e Italia, sulla questione dell’aborto), o come le mutilazioni genitali che subiscono milioni di donne e bambine nei paesi dell’Africa sub-sahariana (ma non solo), non possono non essere riconosciute come parte integrante nella lotta per un mondo più giusto. Riconoscerne la valenza politica, significa allargare l’orizzonte della lotta per l’eliminazione di tutte le ingiustizie, ed essere parte attiva a fianco delle donne, in questo duplice oppressione.
Il femminismo non può che lottare per la liberazione da questa oppressione; non può che prendersi carico della responsabilità politica della propria storia e della propria consapevolezza, ed essere in grado di manifestarne la potenza; non può che dar voce a tutte le lotte del presente, a fianco di tutti gli oppressi. Il femminismo, in ultima analisi, è capacità di investire tutti gli aspetti della vita: dal lavoro all’eros, dai sogni ai linguaggi quotidiani, dalla politica all’arte….
La lotta femminista è rivoluzione…. La rivoluzione totale!
DONNE IN CANTIERE

Video: CICLOPEDALA – LOTTO “Donne in Cantiere”

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