La resistenza curda smonta tutte le ridicole teorie campiste

Siamo abituati a sentire banalizzazioni e distorsioni della realtà, in analisi politiche bislacche e anacronistiche. Quella che ritiene il nemico del nemico un amico, però le batte tutte. Si tratta di una una vera stupidaggine smentita dalla storia. Nel secolo scorso gli stalinisti, ma non solo loro, teorizzavano il “campismo” un mondo diviso in due grandi campi. Se questa schematizzazione aveva mille limiti e contraddizioni quando esisteva il blocco sovietico che bisognerebbe dire oggi che il blocco sovietico non esiste più? Il campismo come tutte le teorie che poggiano sul bipolarismo sono un negazione della dialettica. La realtà non è bipolare ma multipolare. Il bipolarismo, del resto, è considerato una malattia anche in psicanalisi. Nel governo degli stati è gradito alle banche per fare alternare alla guida di un paese uno schieramento all’altro in una logica di governance che si sostituisca alla politica.

L’eroica resistenza dei curdi contro l’ISIS ha riportato alla ribalta il ruolo politico di formazioni marxiste o progressiste come il PKK e l’YPG che sono la prima linea contro l’avanzata dell’integralismo islamico. Altro che USA e NATO che lanciano qualche bomba dall’alto e che al di là della attuale propaganda stucchevole fino a ieri hanno finanziato gli integralisti islamici. Ancora una volta a contrastare le barbarie e la reazione c’è la bandiera rossa dell’internazionalismo proletario. Questo, purtroppo, non impedirà a qualche cretino abbagliato dall’antiamericanismo di dire che l’ISIS è antimperialista solo perché sgozza gli occidentali. Del resto qualche rottame dello stalinismo in passato ha difeso pure il ruolo dei talebani e altri si sono spinti a sostenere alleanze rosso – brune. A volere essere provocatori e sarcastici ci viene da chiedere quando questi gruppeti di utili idioti: “Rivaluteranno Bombacci e concederanno il titolo di antimperialisti ai repubblichini di Salò?”

Tornando sobri denunciamo, invece, il limite oggettivo di analisi di chi non riesce a vedere altro che gli argini del fiume e non comprende che la parte più importante del fiume è l’acqua che, oggi, scorre dentro il letto ma che domani potrebbe uscire dal letto stesso. PKK e YPG oggi in prima linea contro l’ISIS sono sempre stati avversari di Bashar Al Assad e hanno strappato al controllo del regime siriano ampi spazi di territorio gestendoli. Chi diceva o si sta con Assad o con gli USA è stato smentito dai fatti. I popoli in rivolta scrivono la storia è questo lo slogan con cui i compagni e le compagne si sono recati sotto il consolato turco di Milano. La Turchia paese imperialista e membro dell’alleanza criminale della NATO ci conferma con il suo atteggiamento cinico e strumentale che il nemico del nemico non è affatto amico. Il governo Turco infatti lascia che il loro nuvo nemico dell’ISIS massacri lo storico nemico kurdo e che lo storico nemico kurdo provi a fermare l’avanzata dell’ISIS. Dividere la politica, la guerra, la realtà in due blocchi è l’errore più grande che si possa fare. Questo errore avviene più facilmente quando si è contro qualcosa prima che a favore di qualcos’altro. Le analisi dei comunisti italiani (parlamentari o extraparlamentari) è sempre stata imbottita da questa visione campista figlia di un senso di inferiorità che gli ha portati a rinunciare all’idea rivoluzionaria. Noi pensiamo che non dobbiamo stare per il meno peggio ma sostenere la posizione corretta che è quella dei popoli rivoluzionari che vogliono ottenere la propria indipendenza non solo dalle occupazioni di altri stati ma anche dal capitale. Per noi la Palestina e il Kurdistan, non solo, devono essere indipendenti da Israele piuttosto che da Turchia, Siria o Iraq ma devono essere paesi che costruiscono una nuova strada al socialismo.

La resistenza curda assume quindi una valenza strategica senza precedenti per tutta la regione.

Il video qui sotto mostra la contestazione al consolato turco a Milano del 11 ottobre

Turchia Fascista Stao Terrorista

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