Da Napoli a Viareggio chi semina vento raccoglie tempesta

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Chi semina vento, raccoglie tempesta. Da Napoli a Viareggio abbiamo visto i frutti della rabbia maturare sulle piante delle ingiustizie neoliberiste. A Napoli Renzi,sempre più espressione del potere dei banchieri e dei petrolieri, veniva accolto da una combattiva e decisa protesta. A Viareggio una famiglia appena sgomberata da una casa occupata da dove viveva da decenni si barricava in municipio e minacciava di darsi fuoco costringendo vigili del fuoco e forze di polizia a recarsi in massa a portarsi sul luogo.

Il sindaco Del Ghingaro, incapace di dare risposte alle emergenze della città, in primis a quella abitativa, pensa di affrontare come problemi di ordine pubblico ogni istanza sociale. Già dalle prime ore del mattino al quartiere Varignano veniva segnalata la presenza di autoblinde e camionette percepite da un quartiere popolare e antifascista come una vera e propria provocazione. Solo alcuni giorni fa le forze di polizia avevano agito su alcuni tifosi del Viareggio in modo discutibile. Se a qualche benpensante la militarizzazione del territorio può fare piacere alle giovani generazioni e a chi lotta contro la repressione non è di certo gradita. In una società capitalista la polizia è  polizia dei padroni e lo abbiamo visto chiaramente a Napoli dove ha attaccato un corteo che protestava contro l’ennesima sfilata demagogica di Renzi. A Napoli centinaia e centinaia di giovani sono scesi in piazza contro le trivelle e le multinazionali del petrolio, per dire no al Job Act, e a quella indegna controriforma della scuola che il pagliaccio di Palazzo Chigi si ostina a chiamare Buona Scuola. La polizia ha attaccato il corteo ma una parte dei manifestanti ha reagito non facendosi disperdere. Dopo le belle immagini di lotta provenienti dalla Francia contro un altro falso governo di sinistra, finalmente la rabbia inizia a manifestarsi anche nel nostro paese. Il gesto isolato e spontaneo di uno sgomberato a Viareggio ha prodotto come primo risultato mostrare a tutti l’incapacità della giunta e che gestire le questioni sociali come questioni di ordine pubblico è un boomerang. La seconda cosa che possiamo imparare è che la lotta, anche la più arretrata e la meno organizzata paga. Infatti, il semplice minacciare di darsi fuoco ha prodotto un primo risultato di costringere il vicesindaco a pagare l’albergo a l’assessore al sociale di fissare un appuntamento.

Le pecore da social network manipolati dalla squallida informazione locale si sono divisi tra i soliti legalitari che condannavano senza appello questa reazione e chi invece capiva ma stupidamente ricadeva nel gioco: “prima gli italiani”. La destra con l’ignoranza tenta di alimentare le guerre tra poveri ma esiste una sola guerra giusta ed è quella degli sfruttati contro gli sfruttatori. Noi stiamo dalla parte di chi resiste, di chi oggi a Napoli ha affrontato la polizia che difendeva il governo dei padroni e di chi a Viareggio o in ogni altra città occupa per vivere a prescindere che sia italiano o straniero. Noi non stiamo, di certo, con i banchieri amici della Boschi o con i petrolieri amici della Guidi. Non stiamo nemmeno con le multinazionali del farmaco care all’onorevole Marcucci. E nella nostra Viareggio non saremo mai con i Del Pistoia con gli Sgrò e con tutti quei padroni che hanno intenzione di mettere le mani sulla nostra città. Una nuova stagione di lotte sta per partire sarà importante non solo sostenerla ma alimentare in esse una coscienza anticapitalista. Il capitalismo e la crisi che ha generato sono il nemico sa combattere. Cacciare Renzi e Del Ghingaro sono obbiettivi minimi e transitori ma necessari in quanto le loro politiche sono avverse alle classi meno abbienti.

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