Viareggio attende giustizia. Sono passati quasi 15 anni e nessuno ha ancora pagato, per la morte dei 32 innocenti avvenuta il 29 giugno del 2009. Il prossimo 15 gennaio ci sarà l’udienza della sentenza della cassazione a Roma.
I familiari della strage riuniti nell’Associazione il Mondo che Vorrei, assieme all’ Assemblea 29 giugno che raccoglie anche alcuni ferrovieri da sempre in prima linea per la sicurezza sul lavoro, non si sono mai arresi e ha continuato a mobilitarsi per pretendere verità e giustizia.
Il 29 e 30 novembre scorsi al tribunale di Firenze c’è stato un presidio durato 32 ore, una per ogni vittima. Giovedì 11 gennaio al cinema Goldoni di Viareggio sono stati proiettati “Ovunque Proteggi” (2015) e “Il Sole sulla Pelle” (2019) Venerdì 12 gennaio c’è stata una fiaccolata molto partecipata, che è partita dalla stazione ferroviaria ed è arrivata fino a via Ponchielli. Circa 400 persone sono sfilate per chiedere che Viareggio abbia giustizia. Il prossimo appuntamento, quello più significativo, è a Roma lunedi 15 gennaio davanti alla cassazione. Per chi volesse partecipare può contattare i seguenti numeri 3519281533 e/o 3477371405
La fantasia e l’arte non si piegano al ricatto militarista di una città che è prigioniera di una perversa logica di guerra. Ma la nascita del cAReC Museum sopra la testa del CAMeC censore da ossigeno a chiunque crede nella bellezza e nella forza dell’arte.
Mentre l’artivista Alessandro Giannetti era in tribunale, per il processo che lo vede imputato per avere scritto sui muri del CAMeC con il proprio sangue, “demilitarizzare il mondo” e una decina di compagne e compagni volantinavano fuori in altre parti della città stava maturando quella idea creatrice che non potrà mai essere sconfitta dal potere.
Gli/le student* dell’Accademia di belle arti di Carrara hanno, infatti, inaugurato un museo virtuale, con un’azione molto singolare e intelligente. Dove? Ma alla Spezia. Il CAMeC ha fatto da cornice alla nascita del cAReC Museum. Si è trattata di un’operazione collettiva che si è materializzata nel cielo spezzino, rispondendo con determinazione alla cultura della guerra. In una città dominata dalla presenza del militarismo, emerge un lume di resistenza, mentre un’operAzione artivista libera l’arte dalle censure. Un nuovo spazio, senza frontiere, diventa un messaggio permanente di pace, di riconversione e di liberazione. Usando le nuove tecnologie, come la realtà aumentata. Basta un telefono e guardare al cielo. Un cielo liberato dagli aerei di morte. Un cielo che parla di arte e politica rompendo ogni schema e facendosi sberleffo di chi vuole censurare l’arte. Pochi minuti prima qualcuno aveva messo dei volantini dentro il CAMeC e l’impiegata timidamente aveva risposto: “Qui possono stare solo volantini inerenti il CAMeC.” Dopo un sorriso le era stato risposto: “Ma questo come Omaggio Ogiugno, l’opera che avete censurato, riguarda il CAMeC” Cantava De Andé: “Per quanto vi crediate assolti siete lo stesso coinvolti.” Ecco come si può rovesciare un processo passando da imputati ad accusatori. L’Artivismo, come ha insegnato Giacomo Verde, non scende a patti con lacché, politicanti, meretrici e guerrafondai.
Dobbiamo tutti impegnarsi contro le guerre ma non basta dichiararlo a parole. Occorre fare in modo che le nostre città non siano ricolme di quell’ipocrisia tanto vara alle classi dominanti. Intanto, se le istituzioni pubbliche non lo fanno, grazie al lavoro degli studenti dell’Accademia di belle arti, basta guardare il cielo. Senza censura. Una bella giornata per la Spezia e la lotta continua!!!
“Cosa deve ancora accadere perché gli amministratori locali e regionali sentano il peso del proprio ruolo e delle proprie responsabilità nelle questioni del Porto di Viareggio? E il fatto che al danno alle cose non si siano aggiunti sversamenti inquinanti ma soprattutto non ci siano stati danni alle persone non li può certo consolare; dovrebbe essere al contrario ulteriore stimolo per porre attenzione al tema più generale della sicurezza sul lavoro nell’intero ambito della Darsena.”Cosa deve ancora accadere perché gli amministratori locali e regionali sentano il peso del proprio ruolo e delle proprie responsabilità nelle questioni del Porto di Viareggio? E il fatto che al danno alle cose non si siano aggiunti sversamenti inquinanti ma soprattutto non ci siano stati danni alle persone non li può certo consolare; dovrebbe essere al contrario ulteriore stimolo per porre attenzione al tema più generale della sicurezza sul lavoro nell’intero ambito della Darsena.
A fronte di proclami, di investimenti annunciati e di inaugurazioni, l’incidente occorso al peschereccio toglie di mezzo ogni chiacchiera e pone di fronte ad una verità puntuale e ineluttabile; l’insabbiamento progressivo e costante che interessa da anni un ampio specchio di mare antistante l’imboccatura del porto.
Così suonano vuote le parole sottoscritte nel protocollo di recente siglato tra Regione e Comune di Viareggio; e ancora di più stridono gli invocati impegni per lo sviluppo di un comparto al quale sembra non si riesca neppure a garantire una “porta di ingresso”.
Da forza politica che non governa assistiamo purtroppo quasi impotenti a quanto accade; questo non ci impedisce però di denunciare la “grave disattenzione” che ha portato a questo stato di cose, così come di ricordare i costi esorbitanti per le le opere di dissabbiamento messe in essere nel tempo che non hanno mai risolto il problema.
Sentiamo il dovere di chiedere che sulla Nautica e sul Porto si mettano da parte schermaglie e tatticismi di basso profilo politico per assicurare gli interventi necessari a risolvere questo e gli altri problemi che gravano sull’intero comparto, per garantire la tenuta e il futuro non solo dell’economia di Viareggio ma dell’intera costa toscana; a partire dalla nomina del Segretario dell’Autorità Portuale.
Ai pescatori coinvolti nell’incidente e alle loro famiglie, anche se cosa di poco conto, vanno la nostra vicinanza e la nostra solidarietà con l’assicurazione del nostro costante impegno nella tutela del lavoro e del suo valore, dei lavoratori, delle lavoratrici e della loro sicurezza.”
Non è iniziato, causa malattia del giudice, il processo all’artivista reodadaista Alessandro Giannetti che viene rinviato al 9 febbraio. Tuttavia sotto il tribunale di La Spezia, al museo CAMeC e in altri punti della città ci sono state azioni di mobilitazione per solidarizzare con l’artivista e contro il militarsismo.
Il Partito della Rifondazione Comunista federazione di La Spezia ha preso posizione con una nota: “
Il termine demilitarizzare nella nostra città è sempre stato tabù, un tabù per le istituzioni e per i tanti benpensanti che con il militare sono conniventi, ma non per chi come noi e per tante associazioni pacifiste ci battiamo da anni per la pace e contro ogni guerra.Alessandro, con la sua perfomance, ebbe il coraggio di rompere quel velo di omertà che da troppi anni attanaglia la nostra città per questo siamo in piazza oggi.”
In piazza anche Murati Vivi che da subito si attivarono dopo la vergognosa censura del CAMeC. Collettivo “Dada Boom”, Collettivo “SuperAzione”, Insorgiamo Viareggio, Non una di Meno Viareggio, Non una di Meno La Spezia e Cantiere Sociale Versiliese hanno distribuito il volantino che segue davanti al tribunale e davanti al CAMeC
“Cosa sia o cosa non sia l’arte non può determinarlo né un burocrate né un qualsiasi impiegato di un museo e meno che mai può determinarlo un magistrato. L’artivismo, come ci ha insegnato Giacomo Verde, è l’incontro tra l’arte e l’impegno sociale e politico. E’ un qualcosa di molto scomodo per i curatori e i faccendieri. Per questo solidarizziamo, senza se e senza ma con l’artivista viareggino, Alessandro Giannetti, colpevole di avere scritto con il proprio sangue: “Demilitarizzare il mondo.” sul muro del CAMeC di La Spezia proprio in occasione di una mostra che ricordava Giacomo Verde. In tempi di guerra e riarmo, come quelli che viviamo, il potere non può permettere alcuna voce critica fuori dal coro. Chi fa soldi producendo e vendendo armi e chi trae vantaggio da nuove missioni militari non si fa scrupolo a censurare l’arte e a reprimere chi dissente. Il procedimento penale che vede il compagno Alessandro Giannetti va letto come una azione repressiva in un contesto di guerra. Guerra e repressione sono due facce della stessa medaglia. La guerra altro non è che repressione dell’imperialismo verso i popoli che resistono. La repressione altro non è che la guerra delle classi dominanti contro le classi subalterne e e le sue avanguardie artistiche, sociali e politiche. Lottiamo contro censura, criminalizzazione, repressione e guerra avendo chiaro che sono tutte parti della stessa lotta contro il patriarcato, il capitalismo e l’imperialismo.”
Vi sonp poi state le azioni degli studenti dell’accademia di Carrara di cui parleremo più dettagliatamente nel prossimo articolo.
Veramente tanta gente, lunedì 8 gennaio, ha riempito la chiesa del Varignano per omaggiare Maria Ida Paollotti. Una veglia di preghiera è stata promossa dalla Comunità della Resurrezione di Nostro Signore. Numerosi gli interventi commossi che hanno ricordato la vita di questa straordinaria e generosa donna, morta pochi giorni fa in Burkina Faso. “Mamma ida.” “Nonna Ida.” cosi era chiamata da centinaia e centinaia di diseredati che lei ha aiutato. Un esempio di radicalismo cristiano e di umanità che l’ha esposta a critiche da parte delle istituzioni e ad una vita in direzione ostinata e contraria ma lei non si è mai arresa. Maria Ida ricercava la giustizia e non la legalità per questo era in prima fila nel difendere i campi romo o i clandestini. Per lei non esistevano indifendibili. Per lei esisteva l’essere umano.
In tanti anche sui social l’hanno ricordata con affetto. Repubblica Viareggina sulla sua pagina ha proposto di dedicarle una strada. Maria Ida lascia in tutti un ricordo indelebile.
Il consueto appuntamento con la Befana in Cantiere quest’anno ha raddoppiato grazie all’associazione Agape new entry nel Cantiere Sociale Versiliese. Il 5 gennaio c’è stato il soliti appuntamento in piazza Karlovy Vary dove assieme alla befana erano presenti anche i volontari della parrocchia. Merenda, e giochi per i bambini sono stati spostati al cantiere sociale a causa della pioggia. Alle 18 negli spazi di RiCreAzione c’è stato il concerto dei NEM accompagnato da una meravigliosa polenta realizzata dai pugili. Il 6 grande affluenza di bambini per la befana organixxata da Agape e Germoglio.
I ragazzi di T Come Teatro hanno portato in scena il Grinch. Sono stati due giorni ricchi di socialità, entusiasmo e divertimento.
Il massacro della popolazione di Gaza, da parte dei sionisti, prosegue, con la complicità dei governi occidentali. Il governo di Giorgia Meloni è, vergognosamente, appiattito sulle posizioni di Tel Aviv. Fortunatamente in tutto il parse ci sono mobilitazioni di segno completamente opposto. Per la Palestina ci si mobilita in tutta Italia e la Versilia non fa eccezione. Dopo la manifestazione del 28 ottobre a Viareggio e il presidio di Pietrasanta del 9 dicembre si sono susseguite iniziative di dibattito promosse da realtà diverse. Le feste di Natale hanno visto prima una azione simbolica a Pietrasanta dove il bambinello di un presepe è stato macchiato con il sangue a voler ricordare la carneficina di bambini che avviene a Gaza. Blitz invitanti al boicottaggio con striscione e volantini si sono svolt, da parte di una decìna di compagne e compagni autoconvocati sabato 30 al Mc’Donalds di Lido di Camaiore e domenica 31 al Carrefour in Darsena a Viareggio. Sabato 30 centinaia di persone hanno sfilato al corteo promosso dal Forum per la Pace che dalla chiesina dei pescatori è arrivato fino a Piazza Mazzini, nonostante la pioggia. Molti gli striscioni e anche tante le persone giunte da città vicine. “Stop Genocidio a Gaza” la parola d’ordine della mobilitazione. Altre iniziative sono in programma con l’inizio del 2024.
La stupidità, la repressione e la burocrazia non conoscono limiti in questi tempi difficili. Quanto è accaduto a Massa è molto grave ma fortunatamente ha creato un vento di indignazione e ha visto una immediata risposta sul piano della mobilitazione. Dario un giovane artista e militante antifascista è stato denunciato per avere cancellato delle svastiche. L’accusa di imbrattamento, articolo 639 del codice penale, è pretestuosa e risponde alle perverse logiche repressive che governo nazionale e amministrazione locale vorrebbero imporre in una terra, dove l’antifascismo rimane un valore fondamentale. Sabato 27 dicembre, in tantissime e tantissimi sono scesi in piazza per ribadire il valore dell’antifascismo e solidarizzare attivamente con Dario. Nell’occasione è stato realizzato un murales collettivo raffigurante il partigiano Aldo Salvetti. La realizzazione è avvenuta senza chiedere permessi e ha visto una grande partecipazione. Solidarietà anche dalle compagne e compagni del Collettivo “Dada Boom” che erano presenti al presidio e hanno realizzato un breve video. Salutiamo positivamente questa risposta e ci schieriamo senza se e senza ma dalla parte di Dario e di tutti gli antifascisti che subiscono repressione.
Fortunatamente le mobilitazioni del movimento di lotta per la casa viareggino sono riuscite a impedire che diverse persone passassero le feste di fine anno in mezzo ad una strada. Tra le più significative ricordiamo la mobilitazione per Lara. AS.I.A. USB e Brigata Mutuo Sociale per l’Abitare sono riusciti ad impedire che un donna malata con un 75% di invalidità certificata venisse buttatta fuori dalla sua casa ERP al Varignano. Un esposto è stato presentato alla procura della repubblica, ci sono stati picchetti e mobilitazioni. Al fianco di Lara si sono schierati anche Non Una di Meno che ha voluto sottolineare come anche questa sia violenza sulle donne. Il 9 dicembre alla zona fucsia tra performance e interventi è stata invitata anche Lara. Insorgiamo Viareggio assieme alla Brigata Mutuo Sociale per l’Abitare e al Collettivo “Dada Boom” ha inscenato una azione di protesta sotto lo studio legale dell’assessora al sociale Sara Grilli. Materasso, spazzolino da denti e dentifricio con la scritta vengo a vivere qui. L’assessora da sempre indisponibile, al confronto con i sindacati dell’abitare, ha risposto stizzita minacciando denunce persino per violenza privata. A lei ha risposto, con una nota, Repubblica Viareggina: “Troviamo semplicemente ridicolo associare uno spazzolino da denti e un dentifricio al reato di violenza privata. Ma di cosa si sta parlando????? È evidente che per chi amministra la città qualsiasi argomento che distoglie dalla loro incapacità di gestire il sociale va bene. Come Repubblica Viareggina ribadiamo la. Nostra solidarietà a chi subisce sfratti e sgomberi e torniamo a chiedere le dimissioni di chi di dovere.”
L’11 dicembre era annunciato lo sgombero ma decine di solidali si sono presentati davanti alla casa di Lara e la polizia municipale non si è presentata. Lo sgombero è stato momentaneamente sospeso a dimostrazione che la lotta paga.
Nei giorni successivi uno striscione sul Matteotti Occuoato è tornato a chiedere le dimissioni dell’assessora Sara Grilli e sulla vicenda è intervenuto anche il Cantiere Sociale Versilie con la nota: “A Viareggio il sociale non esiste” nella quale afferma: “La vicenda di Lara, una donna con diverse problematiche che ha subito il tentativo di sgombero dalla casa ERP al Varignano, per l’ennesima volta ha messo in luce la totale mancanza di politiche sociali degne di questo nome nella nostra città. Sono ormai anni che anche il Cantiere Sociale Versiliese denuncia a più riprese la totale inadeguatezza della giunta Del Ghingaro nell’affrontare le gravi emergenze che attraversano le fasce più deboli della cittadinanza, in primis quella abitativa ma non solo. Diciamo questo non per mera polemica politica, che non ci interessa affatto, ma perché tocchiamo con mano questa realtà quotidianamente. Al Cantiere sono attivi da anni sportelli e attività che cercano di aiutare e sostenere le persone su vari fronti, dalle problematiche abitative a quelle sul lavoro, fino ai servizi per l’infanzia. Come tante altre realtà associative siamo praticamente costretti a sopperire alle mancanze di un’amministrazione che sembra interessata quasi esclusivamente agli interessi economici di pochi, mentre la povertà è emarginata e a volte criminalizzata: come se fosse una colpa vivere un disagio sociale. Oltre a tutto questo, la giunta Del Ghingaro è totalmente sorda alle istanze che provengono dalla società: è impossibile per i sindacati (e non solo) avere il benché minimo dialogo. Questa situazione non può continuare oltre: è necessaria una totale inversione nelle priorità politiche. Chi ha responsabilità per questa situazione, come l’assessora al sociale Grilli, alla luce di questo fallimento, crediamo debba dimettersi per dare finalmente un segno di discontinuità.”
Si è svolta venerdì 21 dicembre presso l’EX SARS di Viareggio una interessante e partecipata iniziativa contro la repressione, la censura e il militarismo. L’iniziativa promossa dal Collettivo “Dada Boom”, Insorgiamo Viareggio e dal Cantiere Sociale Versiliese è stata l’occasione per ribadire la solidarietà all’artivista Alessandro Giannetti che dal 10 gennaio sarà a processo a La Spezia per avere scritto con il proprio sangue sul muro del museo CAMeC “demilitarizzare il mondo”, in occasione della mostra in memoria dell’artivista Giacomo Verde. Lo stesso Verde fu censurato, infatti la sua opera “Mala Polizia” non fu esposta. I curatori della mostra volevano piegare il pensiero dell’artista da renderlo innocuo e gradito alla cerchia di accademici e baroni che dell’arte hanno una sola concezione estetica. Durante il dibattito all’EX SARS è stato citato proprio cosa intendesse Giacomo Verde: “Quando porti dentro un contesto artistico l’argomento politico cercando di sottrarre estetismo, i curatori ci rimangono male, Si domandano ma che significa? Significa che ti porto dentro il mondo che tu lasci fuori pensando di essere un esteta.”
Al dibattito hanno partecipato molti giovani e ci sono state molte relazioni ed interventi tra le quali ricordiamo: quella di Alessandro Giannetti del Collettivo Dada Boom, R3o Dada, di William Domenichini dei Murati Vivi di La Spezia, di Clemente Pestelli di Artivism Today docente dell’ Accademia di Belle Arti di Carrara, di Guido Viero di Ultima Generazione, di Francesca Trasatti legale della difesa e portavoce di Potere al Popolo Versilia di Filippo Antonini legale della difesa e Presidente Provinciale ANPI, di – Pasquale Abatangelo di Liberare Tutt* e ancora di Gianluca Venturino presidente del Cantiere Sociale Versiliese, di Mario Giannelli di Dada Viruz Project, di Murat Onol del Collettivo “SuperAzione” e della Pavona di Non una di Meno Viareggio. Due ore di intenso dibattito dove sono stati sviscerati i temi della repressione e del ruolo che l’artivismo può avere nel denunciare e contrastare sia i fenomeni di repressione ma anche quelli di riarmo e di corsa alla guerra. Dopo una cena con Zuppa e crepes è stato prima il momento delle performances artistiche e poi di una intensa nottata Screen Frequencies Tekno Party. La solidarietà concreta ha permesso anche che venisse raccolta una cifra benefit per le spese legali.
Il prossimo 10 gennaio a La Spezia è previsto un volantinaggio ma anche azioni di vari artivisti attraverso la realtà aumentata.